Dieci buste con proiettili ai politici e ai quotidiani

Loading

ROMA — «Cosa vi siete messi in testa, VOLETE DICHIARARE GUERRA…». Le dieci buste gialle sono state intercettate giovedì sera nel centro meccanografico delle Poste Italiane a Lamezia Terme, in Calabria. Non avevano timbro né francobollo e per questo hanno insospettito gli addetti allo smistamento che hanno chiamato la polizia. Dentro c’erano bossoli e un volantino, pieno di insulti e minacce: «Rivedete la manovra o ve la faremo pagare», «vi colpiremo e sarà  una guerra all’ultimo sangue», «il piombo non manca, adesso arriva il tritolo degli amici arabi» e molto altro ancora.
Le buste erano indirizzate a cinque politici: il presidente del Consiglio Mario Monti, il ministro del Welfare Elsa Fornero, l’ex premier Silvio Berlusconi, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini. E a cinque direttori di giornali: Ferruccio de Bortoli (Corriere della sera), Ezio Mauro (la Repubblica), Maurizio Belpietro (Libero), Mario Sechi (Il Tempo) e Leonardo Boriani (la Padania). La firma è del «Movimento armati proletari», una sigla finora sconosciuta. E la sua attendibilità  è adesso all’esame degli investigatori della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che ha aperto un’inchiesta. «Cercheremo di capire — spiega il procuratore Antonio Vincenzo Lombardo — se è solo un atto dimostrativo oppure se c’è pericolo per gli obiettivi».
Il Consiglio dei ministri ha espresso solidarietà  al presidente Monti. «Si tratta di episodi orribili e inspiegabili, soprattutto se riferiti a persone che adempiono al loro dovere con la massima correttezza» afferma il ministro della Giustizia Paola Severino alla quale lunedì scorso, insieme al sindaco di Roma Gianni Alemanno, era stata inviata un’altra busta con bossoli. «Non basterà  un proiettile a farci cambiare idea sulla manovra» dice Casini. «Sono tempi difficili — scrive la Slc Cgil del Corriere — e c’è bisogno di tutto tranne che di farneticanti provocazioni» che preoccupano «anche perché prendono di mira l’informazione». Anche Domenico Scilipoti, il segretario di Popolo e Territorio, dice che la «violenza è da condannare», ma poi aggiunge: «Il popolo capisce tutto ed è stanco di parole dette a caso come equità  e rigore alle quali fanno seguito solo tasse e aumenti». Umberto Bossi, invece, prova a fare l’ironico: «Le avrà  mandate il presidente della Repubblica». Le minacce di ieri seguono i pacchi esplosivi contro Equitalia. Massimo D’Alema — presidente del Copasir — invita a mantenere la calma: «Sono episodi preoccupanti, ma non spargiamo allarmismi, non c’è un’ondata di terrorismo».


Related Articles

Contro la crisi è con la forza del diritto che si evita il peggio

Loading

Mario Monti, con la sobrietà  che lo contraddistingue, ha dovuto ammettere che, sul piano economico-finanziario non è riuscito a contrastare lo spread, per cui è stato costretto a passare alla difensiva tessendo la cosiddetta rete-antispread. 

Quel piccolo rifugio che rischia lo sfratto

Loading

La comunità terapeutica di Tirano dell’Associazione Il Gabbiano sta per essere chiusa

«Troppi divieti insensati» Le richieste al governo per un 41 bis «più umano»

Loading

Il cosiddetto «carcere duro» è diventato in molti casi troppo duro, ben oltre l’esigenza di tagliare e impedire i rapporti tra i detenuti e la criminalità organizzata di appartenenza

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment