Sciopero, i sindacati dal premier la Cgil apre: ma vogliamo equità 

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ROMA – Monti a caccia di 5 miliardi per chiudere la partita in vista dello show down della manovra in aula previsto per martedì e del vertice di stasera con Cgil-Cisl e Uil. Sul tavolo la necessità  di intervenire su casa e previdenza: il salvataggio dalla sterilizzazione degli aumenti delle pensioni fino a 1.400 euro (oggi vengono tutelate solo quelle fino a 936 euro) e l’aumento per i redditi più bassi e le famiglie disagiate della franchigia dell’Imu prima casa (oggi è di 200 euro). Ciascuna delle due misure vale circa 2-2,5 miliardi. Decisivo sulla strada della manovra l’incontro previsto per stasera tra Monti e Cgil-Cisl-Uil alla vigilia dello sciopero di domani. Dal segretario della Cgil Camusso ieri sera è arrivata una guardinga apertura: «Prima di cancellare lo sciopero aspettiamo risposte di Monti sull’equità », ha detto. Ma tocca al ministro Giarda (Rapporti con il Parlamento) la difficile tessitura: ieri mattina ha riunito intorno ad un tavolo i due relatori Baretta (Pd) e Leo (Pdl) oltre a Tabacci (Terzo Polo), e i rappresentanti gruppi che garantiscono la maggioranza al governo. Mentre, venerdì sera aveva avuto una serie di incontri separati con Pd, Pdl, Udc. Fuori dal calendario l’Idv, che pure aveva votato la fiducia al nuovo esecutivo. Gli orologi ora sono fermi (la Commissione Bilancio della Camera ha sospeso i lavori e riprenderà  stasera) mentre prosegue intensa la trattativa per trovare le risorse. «Il governo condivide i problemi ma teme per le coperture», ha detto ieri sera Pierpaolo Baretta. E il quadro è in movimento. La caccia alle risorse vede in prima linea l’aumento del prelievo sui capitali scudati, che in base alle analisi dell’amministrazione finanziaria sono identificabili (il gettito potrebbe raddoppiare a 2 miliardi). Sul tavolo spunta all’ultima ora un anticipo al 2012 dell’aumento dei contributi previdenziali sui lavoratori autonomi: l’attuale testo prevede un rincaro dello 0,3 per cento all’anno fino a cumulare 1-2 punti. L’intervento potrebbe far scattare da subito il meccanismo recuperando 1,5 miliardi. Tra le varie ipotesi, in vista dell’incontro con i sindacati e per evitare il problema dello «scalone» nel 2012, c’è il rinvio della partenza dell’intera riforma di un anno, al 2013. Non si esclude neppure un aumento dell’aliquota Irpef più alta (oggi il 43 per cento oltre i 75 mila euro) che era stato in bilico fino all’ultimo prima del varo definitivo della manovra. Inoltre si lavora ad un aumento del limite massimo del bollo sulle «comunicazioni» dei patrimoni finanziari. Pressioni per cambiare la norma che vieta il pagamento cash delle pensioni sopra i 500 euro vengono dal Pd: «Nella pubblica amministrazione la tracciabilità  c’è già », ha detto Stefano Fassina. Mal di pancia sullo stesso tema da parte anche di Paolo Cirino Pomicino che avverte: «La manovra deve passare ma ci sono contraddizioni e amenità ». Con tutta probabilità  si stilerà  un emendamento unico dei relatori, che raccoglierà  l’intesa con il governo, e verrà  presentato stasera o domani con l’obiettivo di arrivare in aula martedì. Scontata la fiducia («verosimile» per Fini). Mentre Passera e Barca vedono la fase due: ieri hanno definito le priorità  infrastrutturali per il Sud.


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