Doppio no dalla Corte Ma «la riforma va fatta»
ROMA – Dopo un giorno e mezzo di camera di consiglio, dalla Corte costituzionale arrivano due no al referendum anti-Porcellum. Bocciato sia il quesito che chiedeva l’abrogazione totale della legge Calderoli, sia quello che ne chiedeva una cancellazione per parti. Ma nella motivazione della sentenza, che verrà depositata «entro i termini previsti dalla legge» – come recita il breve comunicato – la Corte solleciterebbe comunque il parlamento a approvare una riformare elettorale.
La discussione tra i quindici giudici costituzionali, presieduti da Alfonso Quaranta, sarebbe andata per le lunghe non tanto sulla questione dell’ammissibilità o meno dei quesiti (una netta maggioranza si sarebbe subito espressa per il no) quanto sull’eventualità di esercitare il potere di autorimessione alla Corte della legge sul referendum o della stessa legge Calderoli (la Consulta avrebbe cioè sollevato davanti a se stessa un dubbio di costituzionalità ) . La prima tesi (quella dell’eccezione di costituzionalità sulla legge sul referendum) era stata presentata il 29 dicembre dall’Associazione dei giuristi democratici. Questa possibilità , sostenuta anche dal relatore Sabino Cassese, è stata discussa a fondo. E sarebbe arrivata a un passo dal successo. Ma alla fine «non è stata trovata una soluzione tecnicamente condivisibile», spiegano dal palazzo della Consulta. E soprattutto l’autorimessione avrebbe significato un allungamento dei tempi: la decisione sul referendum sarebbe infatti stata sospesa. Sarebbe stata convocata una nuova udienza per riscrivere con una «sentenza additiva» l’articolo 37 della legge sul referendum in modo da assegnare al presidente della repubblica i poteri di reiterare più volte il termine per l’entrata in vigore dell’efficacia del risultato della consultazione referendaria. Nel frattempo il parlamento – sempre sollecitato dal capo dello stato, secondo i suggerimenti di Cassese – avrebbe potuto trovare un accordo sulla legge elettorale, stabilendo quali parti del vecchio Mattarellum riportare in vita e quali eventualmente modificare. Ma, appunto, sarebbe stato rinviato tutto per mesi.
L’altra possibilità , ritenuta impraticabile, era quella di esercitare l’autorimessione sul Porcellum. Ma stabilire o meno la costituzionalità della legge Calderoli sarebbe stato «irrilevante» ai fini della valutazione di ammissibilità dei due quesiti.
Related Articles
“Sistema-Sesto? È un processo mediatico Ma Filippo non agiva per conto del Pd”
Fassino: uno di noi indagato fa scandalo perché a sinistra l’etica conta
Bufera sulla Finanziaria Ncd contro la social card per gli extracomunitari e il canone in bolletta
Più flessibilità ai Comuni, 400 milioni per gli ammortizzatori Bonus bebè ai poveri. No della Ue all’Iva al 4% sugli e-book
E parte (subito) l’offensiva per fermare i «numeri due»