La mossa a sorpresa di Sarkozy “In Francia subito la Tobin Tax così l’Europa uscirà  dalla crisi”

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PARIGI – Nicolas Sarkozy lancia la sua controffensiva e annuncia l’arrivo della Tobin Tax, senza attendere le decisioni europee.
Con un’intervista trasmessa in diretta da ben sei reti televisive ha lasciato intendere, pur non dichiarandosi candidato, di essere pronto alla battaglia: «Ho un appuntamento con i francesi, non mi tirerò indietro». Per il momento, tuttavia, Sarkozy intende vestire solo i panni del capo di Stato ed ha annunciato, fra l’altro, la tassazione delle transazioni finanziarie: «Vogliamo provocare uno choc, mostrare l’esempio. È evidente che nel momento in cui l’Europa si sarà  dotata di una tassa, noi ci uniremo al gruppo europeo». La misura francese entrerà  in vigore il 1 agosto e sarà  pari allo 0,1 per cento. Colpirà  tutte le operazioni di Borsa, comprese quelli sui Cds, i derivati creditizi, e «gli acquisti speculativi via computer». Saranno invece esenti le obbligazioni emesse dallo Stato e dalle aziende: «Non c’è nessuna ragione perché la finanza senza regole, che ci ha portato nella situazione che conosciamo, non partecipi al risanamento dei conti che ha contribuito in modo particolare a degradare». Per evitare delocalizzazioni, la tassa colpirà  tutte le imprese quotate Oltralpe, anche se la transazione avviene su un mercato diverso da quello parigino. La Tobin Tax s’inserisce in una raffica di provvedimenti che il parlamento dovrà  varare in febbraio e che difficilmente possono rappresentare un programma per il prossimo quinquennio.
Ma quando si dice «determinato» e quando assicura che l’elezione si giocherà  sulla «sincerità  e l’autenticità » dei candidati, si vede quanto Sarkozy sia pronto a combattere, malgrado i sondaggi lo diano largamente battuto da Franà§ois Hollande.
Il presidente ha cominciato la sua intervista con una nota positiva: se nei mesi scorsi aveva più volte messo l’accento sui pericoli che correva l’Europa, ieri è sembrato ottimista. Il peggio è passato, ha detto in sostanza: la situazione si sta stabilizzando e «l’Europa non è più sull’orlo del baratro». Ciò è stato possibile grazie anche all’azione degli altri paesi e Sarkozy ha reso omaggio a Mario Monti, che ha preso «misure forti e giuste».
Ma l’ammirazione più grande è indirizzata alla Germania e soprattutto alle riforme fatte dal socialdemocratico Gerhard Schroeder, diventato da qualche settimana la sua stella polare (ha incontrato l’ex cancelliere prima di Natale).
L’economia tedesca è in ogni caso l’esempio da imitare per ridare competitività  a quella francese. E’ il primo grande punto delle misure rivelate ieri sera: per abbassare il costo del lavoro, il tasso normale dell’Iva salirà  dal 19,6 al 21,2 per cento il 1 ottobre e le imposte sui redditi da capitale saranno aumentate di due punti. Ai sindacati e alla sinistra che parlano di un attacco al potere d’acquisto, Sarkozy ha opposto la sua visione: «I prezzi non aumenteranno perché non c’è inflazione e la concorrenza spinge le aziende a calmierarli». Per rilanciare la crescita e calmierare il mercato immobiliare Sarkozy ha annunciato l’aumento del 30% della edificabilità  per i prossimi tre anni; ha proposto negoziati aziendali in cui si potranno rimettere in discussione le 35 ore, rafforzamento dell’apprendistato per i giovani e multe più forti per le aziende che non lo praticano; ha rubato a Hollande l’idea di una banca per le piccole e medie industrie, promessa per la primavera.
Quanto alla sua candidatura, Sarkozy ha detto che i suoi predecessori sono stati saggi nel non rivelarsi troppo presto: «Se un giorno dovessi entrare in campagna, in quel momento sarei candidato. Non posso mettere il paese nella situazione di avere un presidente candidato per lunghi mesi».
L’annuncio ufficiale arriverà  a fine febbraio-inizio marzo: le candidature andranno depositate entro il 16 marzo.


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