Msf: “In aumento tubercolosi resistente ai farmaci. Serve più impegno”

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ROMA – Nuovi e allarmanti dati attestano che la portata globale della tubercolosi resistente ai farmaci (TB MDR) è molto più vasta di quanto stimato in precedenza, e richiede uno sforzo internazionale concertato per combattere questa forma letale della malattia. In occasione della Giornata mondiale della Tubercolosi, che si celebra il 24 marzo, l’organizzazione medico-umanitaria Medici senza frontiere (Msf) intende accendere un riflettore sulla lotta a questa malattia. MSF esorta Governi, donatori internazionali e compagnie farmaceutiche “a combattere la diffusione della tubercolosi resistente ai farmaci attraverso nuovi finanziamenti e sforzi per sviluppare metodi diagnostici e medicinali efficaci e a basso costo”.

Per Msf, “la crisi globale legata alla tubercolosi resistente ai farmaci coincide con una grave mancanza nell’accesso alla diagnosi e al trattamento. I metodi diagnostici e i farmaci esistenti sono obsoleti e molto cari e la mancanza di fondi adeguati agevola l’ulteriore diffusione della malattia. Nel mondo, meno del 5% dei malati di TB ha accesso a test di diagnosi di resistenza ai farmaci e si stima che solo il 10% dei malati di TB MDR abbiano accesso alle cure, molti meno nei contesti con pochi mezzi a disposizione, dove la prevalenza è maggiore”.

Ovunque si guardi, i numeri della TB resistente ai farmaci sono allarmanti e ciò ci suggerisce che le statistiche sul problema mostrano solo la punta dell’iceberg – dichiara Unni Karunakara, presidente di Msf -. Mentre il 95% dei malati di TB MDR nel mondo non ha accesso a una diagnosi adeguata, gli sforzi per aumentare la rilevazione dei casi di TB MDR sono messi a repentaglio da una diminuzione dei finanziamenti dei donatori, proprio ora che ce ne sarebbe più bisogno”.

I dati scioccanti raccolti da Msf.
Nel nord dell’Uzbekistan, in Asia centrale, il 65% dei pazienti curati da Msf nel 2011 sono risultati affetti da TB-MDR. Di questi, circa il 30-40% si era recato alle cliniche di Msf per la prima volta, un numero senza precedenti che sta a indicare che la resistenza ai farmaci non è dovuta solo a precedenti trattamenti per la TB non corretti ma si sta trasmettendo come tale.
In Sud Africa, dove l’incidenza di TB è tra le più alte al mondo, Msf ha visto un aumento del 211% delle diagnosi mensili di TB nel programma a KwaZulu Natal, grazie all’introduzione di un nuovo test di diagnosi rapido. Di questi pazienti, il 13,2% è risultato resistente alla rifampicina, uno dei farmaci di prima linea più efficaci per la cura della TB.
In India, la vendita di farmaci nel mercato nero e un settore sanitario privato non regolamentato alimentano lo sviluppo della resistenza ai farmaci. Circa 99 mila persone prendono la TB MDR ogni anno e di questi solo l’1% riceve cure adeguate.
In Myanmar, dei circa 9.300 nuovi casi l’anno di TB MDR, solo 300 finora hanno ricevuto trattamenti. La cancellazione di un intero ciclo di finanziamenti del Fondo Globale per l’HIV, Tubercolosi e Malaria minaccia gravemente il piano quinquennale del Myanmar di curare altre 10 mila persone per la TB MDR, oltre ai piani di molti altri Paesi.

Sottolinea l’organizzazione: “La crisi globale è esacerbata da una tempesta perfetta di regimi di trattamento lunghi (circa due anni) e farmaci altamente tossici, molti dei quali sono stati sviluppati a metà  del secolo scorso e hanno sgradevoli effetti collaterali. La riduzione dei fondi – specialmente i tagli del Fondo Globale – e un mercato controllato da poche aziende farmaceutiche, ha tenuto i prezzi di alcuni farmaci a livelli proibitivi. Inoltre, l’uso massiccio di un nuovo strumento diagnostico rapido, con la possibilità  di aumentare enormemente la diagnosi precoce della TB MDR in condizioni di scarse risorse, è inibita dal prezzo troppo alto. Proprio dove la capacità  di diagnosticare la TB in poche ore – invece di giorni o addirittura settimane – sarebbe necessaria per salvare vite umane. Urgono regimi di trattamento più brevi e farmaci meno tossici – continua Msf -, oltre a formulazioni pediatriche e un test ‘point of care’. Un test al point-of-care (POCT) è definito come un’analisi medica svolta in prossimità  del sito di cura ed assistenza del paziente. Il concetto trainante di questo test è quello di portarlo ed eseguirlo nel modo più comodo e immediato per il paziente”. 

“Abbiamo bisogno di nuovi farmaci, più ricerca, nuovi programmi e un rinnovato impegno da parte di donatori internazionali e Governi per combattere questa malattia mortale – conclude Unni Karunakara -. Solo così verranno diagnosticate e curate più persone. Il mondo non può più stare a guardare e ignorare la minaccia della tubercolosi resistente. Dobbiamo agire ora”.

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