Formigoni tra ville e super resort nei conti bancari di Daccò le spese pazze del clan di Cl

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MILANO – Pierangelo Daccò pagava, Pierangelo Daccò incassava. Pagava viaggi, cene e vacanze al governatore Roberto Formigoni e a dirigenti della Sanità . Incassava contratti milionari dalle società  legate alla fondazione Maugeri, o da altre aziende, che lo retribuivano per gli agganci che riusciva a procurare loro in Regione e che si rivelavano utili per sbloccare cospicui finanziamenti.

IL RESORT PIà™ CARO DEL MONDO
Per tre anni di seguito il “gruppo vacanze” Formigoni-Daccò ha festeggiato il Capodanno ai Caraibi in uno dei resort più cari del mondo. È l’Altamer Resort di Anguilla, isola delle Antille. È un paradiso a sette stelle lusso composto da tre megaville. Ogni villa ha cinque camere da letto, sette bagni, ascensore interno, sauna, palestra, piscina privata e arenile riservato, personale di servizio (8 persone tra chef, maggiordomi e camerieri). Consultando i prezzi del resort – secondo la rivista Forbes uno dei più esclusivi e cari del mondo – è ipotizzabile che ogni vacanza dell’allegra comitiva ciellina (imprenditori e presidente della Lombardia) sia costata qualcosa come 80 mila euro a settimana. Il solo affitto della villa è di 45 mila euro. Con gli extra – tasse locali, cibo e optional tra cui un elicottero per raggiungere il resort dall’aeroporto di Saint-Martin – la cifra raddoppia. Come si combina il valore della povertà  predicato dai Memores Domini con le vacanze caraibiche da 80 mila euro a settimana frequentato da star del cinema, oligarchi russi e politici di fama mondiale? E ancora: visto che Formigoni sostiene di avere diviso con i suoi compagni di viaggio i conti dei lussuosi soggiorni nel resort di Anguilla, dove sono – posto che cifre del genere difficilmente si saldano in contanti – le ricevute dell’avvenuto pagamento?

chi pagava il conto
L’inchiesta ha finora rivelato che i biglietti per il volo del governatore e del fratello con partenza il 27 dicembre 2008 da Malpensa per Parigi – da dove poi decollare per le Antille – sono stati pagati da Daccò. Costo: oltre 4 mila euro l’uno. E i viaggi degli altri due Capodanni? Chi li ha pagati? Un volo Air France in business da Parigi a Saint-Martin – nella settimana tra Natale e Capodanno – costa da 3900 a 5500 più tasse aeroportuali (490 euro, tutto a persona). I magistrati vogliono verificare se e in che modo – come ha sostenuto di fronte alla stampa – Formigoni ha «diviso le spese della vacanza» coi suoi compagni di viaggio. Altri dettagli dei pagamenti li rivela la carta di credito Barclays sequestrata dalla polizia giudiziaria della Guardia di finanza su richiesta dei pm che indagano sul caso (Orsi, Pastore, Pedio e Ruta, coordinati dall’aggiunto Francesco Greco): le transazioni si susseguono dal 27 dicembre 2008 al 13 gennaio 2009. In tutto sono 16.807 euro. Oltre settemila euro vanno via per pagare l’Altamer Resort. Questo, però, è solo quel che si legge in una delle sei carte di credito sequestrate a Daccò. L’Espresso, nel numero in edicola oggi, ricorda come il biglietto aereo pagato da Daccò a Formigoni a Parigi il 27 dicembre del 2008 fosse solo la tappa di un viaggio caraibico con destinazione Anguilla. Del resto, era stato Giancarlo Grenci, il custode dei conti svizzeri di Daccò, a parlare ai magistrati di vacanze di Daccò (e dell’ex assessore Simone, anche lui arrestato) con Formigoni a Saint Martin, cioè «l’aeroporto caraibico – sottolinea il settimanale – da cui si raggiunge Anguilla».

cene e ville in sardegna
L’ammontare dei pagamenti a Formigoni è ancora da stabilire. Nella credit card di Daccò figurano più uscite – cene o pranzi da mille euro a botta – ma non è detto che il presidente vi abbia partecipato. Che però il governatore sia stato, in diverse occasioni, commensale del faccendiere emerge da più parti. Lo dice per esempio Carla Vites, la moglie di Simone, l’ex assessore Dc arrestato, nella lettera pubblicata ieri dal Corriere, che parla di cene in ristoranti rinomati di Milano, come Cracco o Sadler, o della Costa Smeralda offerte da Daccò. La villa di Daccò a Porto Cervo, dove nei mesi estivi è ormeggiato lo yacht Ad Maiora (attualmente si trova nel porto di Lavagna), ha ospitato Formigoni nell’estate 2009 e in quella 2011. Cene di pesce e crociere sul panfilo. L’altra barca si chiama Amerika-London ed è ormeggiata a Ancona: in inverno raggiunge il mare dei Caraibi dove è a disposizione del gruppo Formigoni.
Dalle carte di credito dell’imprenditore emergono le possibili tracce di questi pagamenti. Ad esempio, un conto saldato a I gioielli del mare, a Porto Cervo, il 5 settembre 2009: l’ammontare è di 7 mila euro. Più modesto l’importo di tre cene a Palau, Arzachena e Sassari nell’agosto del 2011: 1600 euro. Risale al settembre 2006, invece, il conto da 8200 euro all’Acero Rosso di Rimini nei giorni del meeting di Cl. Ma se in questi casi il nome di Formigoni non è messo per iscritto, chiaro, invece, è il riferimento ad Alessandra Massei, la futura manager della Sanità  lombarda, anche lei ciellina, in una fattura del 16 agosto 2004 intestata a Daccò. Il soggiorno della funzionaria, pari a 900 franchi svizzeri, è incluso in una ricevuta da 16640 franchi per un soggiorno a Verbier, località  turistica elvetica, nell’agosto del 2004. Alessandra è figlia di Oscar Massei, ex goleador italo-argentino, uno dei più noti “oriundi” del calcio italiano tra gli anni ‘50 e ‘60: a lui è intestato un contratto di affitto con la Tulatin International Trading, una delle società  di Daccò, per un villino a Bonassola, località  di mare ligure.
le pubbliche relazioni
Particolari che possono rivelarsi imbarazzanti, se si scopre poi che Daccò, che investiva così tanto in “pubbliche relazioni” otteneva milioni di euro dalle società  che lo pagavano in qualità  di “consulente” per le sue entrature in Regione, soprattutto nel settore della Sanità  dove poteva contare, secondo Simone, sull’amicizia anche di un altro pezzo grosso di Cl, Carlo Lucchina. Umberto Maugeri, l’ex presidente dell’omonima fondazione, interrogato ieri dal gip Vincenzo Tutinelli ha spiegato che gli incarichi venivano affidati a Daccò per le sue conoscenze in Regione. La società  di Daccò – l’austriaca Mtb – forniva «servizi di consulenza rivolti alla gestione dei rapporti istituzionali e delle pubbliche relazioni dell’ente con terze istituzioni», come recita un contratto del 2003 con Sergio Schiavon, padre provinciale dell’Ordine Fatebenefratelli, che gestisce numerosi ospedali anche in regione. In un contratto con la Semec la consulenza riguarda, «in particolare in Lombardia», un servizio preciso: la «introduzione presso i competenti uffici regionali al fine di stabilire un rapporto diretto che consenta alla Semec di essere aggiornata sull’evoluzione della normativa regionale». Daccò viene pagato dalla Maugeri per una consulenza da 2 milioni 950 mila euro. La causale è in inglese: «Analysis, projecting and arranging of a transaction» eccetera. Tradotto, si tratta di un’attività  di definizione di una transazione contro la Regione Lombardia. E coincide temporalmente – è il 2007 – con il varo di una legge regionale che permette alla clinica pavese di accedere a un finanziamento da 30 milioni di euro.

la domanda sulle agende
Ieri Formigoni è intervenuto a Ville Ponti di Varese alla manifestazione di gastronomia e beneficienza Cuore di Cuochi. Repubblica gli ha chiesto se ha avuto modo di verificare – come promesso – sulle sue agende eventuali riscontri dei viaggi che – secondo la Procura – gli sarebbero stati pagati da Daccò. Il governatore ha scantonato la domanda per due volte consecutive, buttando lì un «ho già  risposto oggi».


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