Il neoliberismo alla conquista del cosmo

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Secondo il fondatore della società  californiana che ha costruito “Dragon”, una civiltà  umana che si trasforma in spaziale “rappresenterebbe una scialuppa di salvataggio della biosfera terrestre, che non preserva solo l’umanità  ma gran parte degli esseri viventi”.

Tuttavia, “non stiamo facendo reali progressi nella tecnologia missilistica”. Così, per “invertire la tendenza”, lui ha fondato SpaceX e costruito la sua navicella che il 30 aprile, senza uomini a bordo, farà  il suo secondo volo e si avvicinerà  alla Stazione Spaziale Internazionale. Se tutto andrà  bene, in futuro la Dragon porterà  in orbita rifornimenti per conto della Nasa.

Insomma, l’agenzia spaziale governativa subappalta il lavoro. Proprio nei giorni in cui lo Shuttle compie il suo ultimo volo (non spaziale) celebrativo, il passaggio di consegne tra Nasa e SpaceX assomiglia a una privatizzazione dello spazio che ricorda tanto quella della guerra.
Ma Elon Musk si sente uno scienziato visionario più che un contractor: “Il prossimo passo importante nell’evoluzione della vita è che il genere umano sviluppi una civiltà  con base nello spazio, fino a diventare una specie di multiplanetaria. Penso che sia estremamente importante che l’umanità  esca a esplorare il sistema solare, e stabilisca una base autosufficiente su Marte”, dice a Nature.

Questa colonizzazione del pianeta rosso sarà  pure low-cost, perfettamente in linea con la contrazione dei budget nell’Occidente del dopo-crisi. Ma i “voli” sono comunque pindarici: “Abbiamo discusso con l’Ames Center della NASA e con il Jet Propulsion Lab l’utilizzo dei nostri razzi e della capsula Dragon per compiere missioni su Marte. Speriamo che il DragonLab sia in grado di fornire un mezzo per fare esperimenti nello spazio a basso costo, ma anche missioni su Marte, Venere, Mercurio e sugli asteroidi. Può atterrare su qualsiasi superficie, sia solida che liquida, e quindi è davvero molto versatile”.
Non sono solo a basso costo, i suoi razzi, ma anche riciclabili: “Stiamo cercando di raggiungere la piena e rapida riutilizzabilità . Se siamo in grado di produrre razzi completamente e rapidamente riutilizzabili più economici rispetto ai razzi a perdere di oggi, ci sarà  da preoccupasi solo del combustibile, e il costo del propellente per il volo è solo lo 0,3 per cento del costo della missione”.

Musk è un venditore di pentole a spasso per il cosmo? Effettivamente la sua Dragon fa parte del progetto di rifornimenti Nasa insieme a Cygnus, della Orbital Sciences Corporation, e a K-1, della Kistler, impresa che però nel frattempo è fallita. Lui sta in piedi grazie ai 278 milioni di dollari ricevuti dal governo Usa (170 quelli assegnati a Orbital Sciences) e si capisce che remi in direzione di nuovi mondi. Tanto lo spazio è infinito.
Per il momento, tuttavia, lui su Dragon non ci mette piede: “Vorrei farlo a un certo punto – confessa a Nature – ma non posso correre rischi personali: troppe persone dipendono da me. Prima di avere avuto due bambini e la responsabilità  di gestire due società , ho fatto un sacco di cose fisicamente rischiose. Ero abituato a usare un jet da combattimento per volare in giro e fare cose pazze. Così, anche se mi piacerebbe salire a bordo, lo farò probabilmente qualche anno dopo la prima missione”.

Ma la sua determinazione si esprime in termini apocalittici: “È certamente possibile che in futuro si verifichi qualche calamità , come vediamo dai numerosi grandi eventi di estinzione testimoniati dai fossili. L’umanità  ha anche sviluppato, ovviamente, mezzi di autodistruzione, quindi penso che abbiamo bisogno di una ‘ridondanza’ planetaria per proteggerci dalla poco promettente possibilità  di un’Armageddon naturale o provocata dall’uomo”.

Per il governo Usa, il gioco vale la candela. Nel corso del 2010, ha speso per i preparativi delle missioni spaziali “esternalizzate” circa 500 milioni di dollari, meno di un singolo volo dello Shuttle. Concorrenza, privatizzazione, Stato minimo ma ben disposto a finanziare i privati: il neoliberismo alla conquista dello spazio profondo.


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