«La pena di morte è legge»

Loading

Non fa una piega, siamo quasi alla fine della legislatura e ci mancherebbe altro che per tre delinquenti – anche se uno dei quali, forse addirittura due, in qualsiasi altro paese del mondo sarebbero rinchiusi in una struttura sanitaria e non nel braccio della morte – l’onorevole Toshio Ogawa mette a rischio la poltrona. Non tanto quella di ministro, che in Giappone oramai da anni dura meno di quelle italiane, ma di deputato, carica che invece, se fai le cose per bene, è uno dei pochi posti fissi ancora garantiti, e spesso addirittura ereditari. Puoi lasciarli ai figli, nipoti, cugini, come una casa o un terreno. 
Strano paese il Giappone. E ancora più strano è il partito che in questo momento, probabilmente ancora per poco, lo sta governando. Quando il Partito democratico conquistò il potere, nell’agosto di tre anni fa, sembrava che davvero potesse cambiare il paese, liberandolo dalla tutt’ora pesante, imbarazzante e pericolosa sovranità  limitata impostagli dagli Stanti uniti e liberando le energie positive delle nuove generazioni di imprenditori. Niente da fare. Sulla questione di Okinawa è caduto il primo premier, Hatoyama, poi è venuto il momento di Naoto Kan, costretto alle dimissioni nonostante la sua evidente competenza e onestà  perché stava uscendo dal nucleare. Ora stanno per impalare il balenottero Noda, che nonostante ieri abbia difeso a spada tratta le esecuzioni, fra qualche giorno dovrà  vedersela con i franchi tiratori del suo partito che non intendono votare la sua proposta di aumentare l’Iva. Dal 5% all’8%, badate bene, non dal 19% al 23%.
Ci si chiede come mai in questo momento di crisi, con deficit pubblico al 230%, il doppio dell’Italia, la bilancia commerciale in rosso per la prima volta dopo 34 anni e un suicidio ogni 18 minuti, il governo giapponese trovi il tempo per interrompere una moratoria di fatto che durava da quasi due anni. «Così uccidete il Giappone», ha commentato, giustamente, il vescovo di Nagasaki, Mitsuaki Takami. «A furia di applicare la legge dell’occhio per occhio e dente per dente – ha detto il vescovo – diventeremo tutti cechi». Ma per ora, davvero sembra non ci sia nulla da fare. Già  ci aveva pensato la signora Atsuko Chiba, un avvocato che per tutta la vita aveva militato tra gli abolizionisti ma che una volta divenuta ministro della giustizia, nel primo governo democratico, aveva pensato bene, alla vigilia di un rimpasto dal quale sapeva che sarebbe uscita licenziata, di autorizzare due esecuzioni. Non solo. Aveva deciso di presenziare alle esecuzioni, annunciando che sarebbe stato l’inizio per provocare un dibattito nazionale sulla questione, da sempre rinviato, quasi fosse un tabù. Tant’è che L’impiccagione uno dei film forse più belli e coinvolgenti di Nagisa Oshima, non c’è verso di trovarlo, in Giappone, né in affitto, né in vendita. Basterebbe farlo vedere nelle scuole, trasmetterlo un paio di volte alla tv per far cambiare idea alla gente. Forse aveva ragione il grande Oshima. La pena di morte è imprescindibilmente legata al sistema imperiale. Anche se non è mai successo, anche se finora a essere impiccati – salvo non pochi errori giudiziari – sono solo comuni assassini, molti dei quali, come abbiamo ricordato all’inizio, infermi di mente, la pena di morte rappresenta da sempre il supremo deterrente per chiunque – e in passato forse sembrava avere un senso – potesse anche solo tentare di assassinare l’imperatore. Impossibile anche solo immaginare che chi avesse attentato all’imperatore avrebbe potuto cavarsela con una pena detentiva.


Related Articles

Oltre 4 mila arrivati via mare, il 14 per cento sono minori soli

Loading

Nei primi 6 mesi del 2012 è diminuito il numero di migranti arrivati via mare (4.454) ma si è quasi raddoppiata l’incidenza del numero di minori non accompagnati sul totale degli arrivi (621)

Frontex, ecco le nuove regole per salvare i migranti in mare

Loading

Frontex Approvate dal parlamento europeo, dovrebbero entrare in vigore prima dell’estate. Prevedono il rispetto del principio di “non respingimento”, niente multe ai soccorritori, garanzie per chi ha diritto alla protezione internazionale

Fortezza Bastiani. Migranti sequestrati in mare

Loading

Sequestro di persone. La metafora letteraria rispecchia le ore che stiamo vivendo, o meglio quelle che vivono gli esseri umani sequestrati sulle navi

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment