Pioggia di telefonate e mail all’associazione contro i suicidi

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Intanto ieri sera ha sfilato a Roma la fiaccolata «silenziosa» organizzata da Cgil, Cisl, Uil e Ugl, con le imprese del Lazio e nazionali. 
Ma ieri il bollettino non si è purtroppo fermato. Si è tolto la vita un pizzaiolo di 57 anni, nella provincia di Vicenza: l’uomo che aveva manifestato segni di difficoltà  psicologica, in ultimo aggravata dalla morte del padre, stava saldando debiti per qualche migliaio di euro. Si è impiccato nella sua casa e ha lasciato un biglietto di scuse alla moglie e alla figlia quarantenne. Due giorni fa invece un tentato suicidio è avvenuto a Fano: un uomo di 44 anni, e titolare di una ditta metalmeccanica, è stato bloccato dall’intervento dei carabinieri che, allertati dalla moglie a cui il marito aveva inviato poco prima un sms, lo hanno sorpreso alle 22 nella sua auto davanti un casolare abbandonato, solo. Mentre nelle stesse ore a Pietra Ligure, quattro operai extracomunitari sono saliti su una gru di 15 metri di un cantiere edile nei pressi dell’autostrada dei Fiori e hanno minacciato di buttarsi giù in segno di protesta per il ritardo dei pagamenti. 
La mancanza di microcredito mette sullo stesso piano lavoratori e piccoli imprenditori: abbatte gli steccati e accomuna in una quotidianità  segnata dall’indifferenza. Una media nazionale che conta un suicidio ogni 4 giorni, 25 casi dall’inizio dell’anno. Il comparto edile è il più colpito.
«Riceviamo telefonate da persone che ci rintracciano in tutti i modi, perfino telefonando in Comune», racconta Salvatore Federico, segretario della Filca Cils Veneto, tra i promotori assieme all’Adiconsum Veneto della neonata associazione nazionale che ha sede a Mestre (Via Piave, 7), «anche se il numero verde e il sito di Speranzaallavoro non sono ancora ufficialmente attivi, ma saranno presto comunicati. Il ritratto delle persona che ci chiede aiuto è varia: tra di loro non ci sono solo i familiari degli imprenditori che si sono tolti la vita, o di quelli messi alle strette dalle banche che non fanno credito, ma anche lavoratori dipendenti rimasti senza occupazione o in cassa integrazione. E perfino gente che riesce a pagare le bollette». 
L’associazione presentata a Vigonza (Padova), lunedì scorso, è presieduta da Laura Tamiozzo, 29 anni, figlia del costruttore di Montecchio Maggiore (Vicenza) che si è tolto la vita il giorno di San Silvestro. Vigonza, nel mezzo della campagna padovana, «è divenuta una terra simbolo»: una sola strada principale, l’oratorio della Chiesa protagonista, case singole trasformate da cascine basse in villette lussuose, accanto a campi coltivati o arati di fresco. Un paesaggio che racconta nella sua rapida trasformazione l’improvvisa ricchezza del Nord Est, ma anche la fragilità  di quella identità . A Vigonza, pochi mesi fa, Flavia Schiavon, figlia dell’imprenditore di Eurostrade 90 che si è sparato nel suo capannone il 14 dicembre nella frazione di Peraga, aveva dato vita a una prima fiaccolata contro l’indifferenza, anticipando quella che ieri sera ha visto protagonista la capitale. 
«In questi primi due giorni – aggiunge Salvatore Federico – abbiamo ricevuto l’adesione di molti professionisti da tutta Italia che ci hanno offerto solidarietà : da Roma, ma anche da Taranto, pronti a offrire consulenza gratuita». La neonata associazione mette a disposizione «un’équipe di due psicologi e di un avvocato», precisa l’Adiconsum Veneto. E in progetto c’è la costituzione di una fondo di credito, «è certa la collaborazione di Banca Etica», ma anche di «fondi pensionistici di previdenza integrativa», aggiunge il segretario della Filca Cisl Veneto, «ad esempio Solidarietà  Veneto ha dato disponibilità  a investire sul proprio territorio». Sul numero dei suicidi in Veneto, che ha raggiunto complessivamente la soglia dei 53 casi, è intervenuta la Fondazione Leone Moressa che ha contato 31 suicidi di piccoli imprenditori, escludendo dalla triste lista i casi in cui a farla finita non sia il titolare dell’azienda, ma un familiare.


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