Carta o digitale

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Sono lettori forti, se non fortissimi. Giovani, ma non troppo. Maschi più che femmine. Livello di alfabetizzazione molto elevato, superlaureati, specializzati o dottori di ricerca. È la prima fotografia – seppure ancora sfocata – del popolo degli e-book. Una ricerca esplorativa condotta dall’Osservatorio Nuovi Media dell’Università  Bicocca di Milano su incarico dell’editore Blonk, nuova sigla editoriale orientata sull’online (sarà  presentata al Salone domani alle 15). Un’indagine di carattere nazionale che però si fonda su una campionatura relativa. Può servire a tracciare un iniziale identikit, destinato a essere reso più nitido da ulteriori approfondimenti dell’Osservatorio. Il ritratto del lettore digitale si fonda sulle risposte a un questionario diffuso in rete nel mese di aprile, tra siti e forum dedicati alla lettura. E già  questa modalità  restringe l’indagine a un consumatore particolare, che si muove con disinvoltura tra cartaceo e digitale, senza disdegnare i social network. 
Quali i risultati? Prima di illustrare l’esito della mappatura della Bicocca, ci viene incontro un dato diffuso ieri dall’Aie, l’associazione degli editori. Sono gli uomini i più accaniti lettori di e-book (61,5%), mentre alle donne spetta la palma del libro cartaceo. E, per tornare ai dati del sondaggio parziale, la maggior parte dei 266 che hanno risposto alle domande risiede al Nord Italia (68,8 per cento), mentre non arrivano al 6 per cento i lettori del Sud e delle isole. Il campione è composto in prevalenza da giovani, ma non giovanissimi: il 72,8 per cento sono tra i 26 e i 45 anni di età , mente i ragazzi al di sotto di quell’età  non superano il 7 per cento. Ancora una conferma che la famigliarità  con e-reader, tablet e supporti elettronici non è legata all’anagrafe, ma al livello di alfabetizzazione. Che naturalmente risulta alto. Oltre il 35% ha una laurea quadriennale o quinquennale, come da vecchio ordinamento o da laurea specialistica attuale. E quasi il 17 per cento ha una specializzazione post-laurea o un titolo di dottorato. Inutile aggiungere che chi legge libri digitali legge anche molti libri cartacei, e il consumo degli e-book è considerato complementare e non sostitutivo rispetto alla lettura tradizionale.
Una tendenza che gli autori della ricerca mettono in relazione con il mercato statunitense. Secondo l’indagine “The rise of e-reading” appena pubblicata da Pew Internet & American Life Project, l’88 per cento di coloro che leggono e-book leggono anche libri cartacei. E in media il lettore di e-book tende a leggere un numero di libri cartacei più alto rispetto alla media. E a proposito del consumo italiano: il 10 per cento del campione dichiara di aver letto almeno dieci e-book nell’ultimo anno. E complessivamente, la percentuale di coloro che hanno letto almeno un e-book nell’ultimo anno sfiora il 90 per cento. Ma si tratta – non bisogna dimenticarlo – di un sondaggio parziale. 
I dati dell’Aie sulle vendite dell’e-book nel 2011 confermano il rilevante ritardo italiano (solo 0,9 per cento delle vendite), anche se i più ottimisti sottolineano il balzo in avanti rispetto all’anno precedente (740 per cento in più, da un milione e mezzo a 12,6 milioni di euro). Quel che va crescendo, oltre al numero di tablet (1,5 milioni) e di e-reader (400mila) è soprattutto il catalogo digitale degli editori, che ha superato i 31 mila titoli (dati di maggio), mentre un anno fa era a quota undicimila.
Il capitolo più dolente riguarda la pirateria digitale. La massima parte del campione consultato nel sondaggio della Bicocca scarica gratuitamente gli e-book, ma di per sé questa non è un’indicazione di illegalità . Appare però discretamente diffusa la violazione della proprietà  intellettuale. E soprattutto colpisce un dato: solo il dieci per cento dei “rispondenti” si dice consapevole del danno procurato ad autore ed editore. Tutti gli altri sono pronti a trovare una giustificazione. Pirati noi? Ma no, anzi, facciamo pubblicità  agli scrittori. Pessime conseguenze della “smaterializzazione” del libro.
Non ne sarà  sollevato l’umore degli editori, seriamente colpiti dalla crisi. Domani l’Aie renderà  pubbliche le vendite dei libri (cartacei) relative al primo trimestre 2012. Intanto la cifra che circola tra gli stand è un calo del trenta per cento rispetto all’analogo trimestre del 2011. Non rimane che confidare nel forte, fortissimo lettore digitale.


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