UN MONDO SENZA CANCRO È FINALMENTE POSSIBILE

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Il futuro della medicina si costruisce su tre pilastri: scienza, ricerca, umanesimo. La scienza è l’abito mentale e il contenitore della conoscenza, la ricerca è la fonte di nuove informazioni e l’umanesimo è la dimensione del rapporto con il malato. La lotta al cancro, in ragione della sua complessità , richiede la massima integrazione di queste tre componenti. È necessaria un’azione concertata riassumibile in cinque mosse contro il cancro: sviluppo della ricerca scientifica; spinta al progresso tecnologico; cambiamento dei comportamenti individuali; applicazione di controlli sistematici a tutta la popolazione; evoluzione della cultura dei medici. 
In termini concreti tutto questo significa diverse cose: mettere a punto una strategia della ricerca scientifica; aumentarne i finanziamenti e migliorarne il coordinamento; educare e sensibilizzare la popolazione; adeguare gli stili di vita collettivi alla protezione della salute; diffondere il pensiero scientifico; perfezionare i percorsi formativi universitari e post-universitari; rinnovare la sanità  pubblica in senso preventivo; riformare le strutture ospedaliere; creare una rete diagnostica capillare; ottenere un serio impegno della politica sul fronte dell’ambiente e dell’agricoltura, oltre che della salute. 
La sconfitta del cancro sarà  dunque una conquista sociale, ottenuta anche attraverso battaglie di civiltà , per cui i paesi più avanzati – e il nostro in particolare, che oggi mostra segni di immobilismo culturale – dovrebbero orientarsi a obiettivi di spessore ideale. Per poter vivere in un mondo senza cancro non è più pensabile attendere la folgorazione divina di uno scienziato geniale chiuso nella sua torre d’avorio. La ricerca oncologica deve invece integrarsi nella società  per far capire i suoi dilemmi e condividere le sue soluzioni.
Oggi stiamo percorrendo due strade parallele. La prima segue i sentieri della conoscenza molecolare per risolvere alla radice il problema: intervenire nei meccanismi biologici del cancro e impedire che si manifesti. Il mondo della scienza è concorde nel ritenere che i risultati di maggiore impatto conseguenti alla rivoluzione del dna si vedranno nel controllo del cancro. Abbiamo scoperto infatti che il cancro è causato da un danno che altera alcuni nostri geni e stiamo imparando a ripararlo o a evitare che si produca. Abbiamo chiarito che tutti i tumori originano da alcune mutazioni di geni specifici che trasformano la cellula sana in cellula tumorale, inducendola a proliferare in modo incontrollato e dandole così un grande vantaggio in termini di rapidità  di crescita e vitalità  rispetto a tutte le altre, che vengono sopraffatte. La soluzione è pertanto agire a monte del processo di cancerogenesi: potenziando quelle molecole che neutralizzano i cancerogeni, oppure bloccando i processi cellulari che favoriscono l’ingresso dei cancerogeni o ancora attivando gli enzimi capaci di riparare le mutazioni al dna prima che esse diano origine al comportamento di proliferazione incontrollata della cellula. 
Nel frattempo stiamo percorrendo la seconda strada verso il primo giorno senza cancro: la riduzione della mortalità , che già  otteniamo in molti casi curando al meglio i malati. Per questo disponiamo di tre strumenti fondamentali: la prevenzione, la diagnosi precoce e le cure mininvasive. Con la prevenzione è possibile eliminare le cause esterne di danno al dna, attraverso la diffusione di stili corretti di vita e, ove possibile, la vaccinazione contro virus oncogeni o l’assunzione di farmaci preventivi. In questo campo siamo a buon punto, anche se possiamo ancora migliorare l’informazione e la sensibilizzazione, per ottenere un’adesione collettiva ai comportamenti preventivi. 
Gli altri due aspetti, diagnosi e terapia, sono strettamente collegati (…). Grazie soprattutto alla tecnologia applicata alla terapia, la nostra capacità  di intervenire radicalmente su lesioni anche microscopiche si è sviluppata in modo straordinario negli ultimi decenni. (…) 
Sono convinto che siamo pronti a dimenticare i fantasmi evocati dal termine “cancro” e che sia possibile abbandonarne l’immagine terrorizzante per accogliere la parola nel nostro vocabolario accanto a quella delle altre malattie.


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