Vertice premier-Pdl: avanti sulla Rai «Un incontro franco»

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ROMA — Tre ore a pranzo per dirsi tutto. Per chiedere sostegno senza tentennamenti e per assicurarlo, anche se non bisognerà  fare scherzi, soprattutto su giustizia e Rai. Tre ore per concordare che in questo momento, con una crisi che morde ma che non travolgerà  l’Italia perché «la Grecia — si è detto sicuro il premier — non può uscire dall’euro», nessuno può chiamarsi fuori.
Assicura Silvio Berlusconi che il suo incontro a pranzo con Mario Monti (che oggi vedrà  Casini), presenti anche Gianni Letta e Angelino Alfano, è «andato bene, è stato estremamente franco, sincero, e ha riguardato tutto». E comunque «con questa situazione economica, non abbiamo altra possibilità  che sostenere il governo, altrimenti l’opinione pubblica si scaglierebbe contro di noi». E però al premier — raccontano — il Cavaliere avrebbe presentato un nutrito cahier de doléances. Gli attacchi ad Alfano, a lui stesso sull’Imu, certi toni liquidatori su proposte targate Pdl, e soprattutto le «maggioranze variabili sulla giustizia, precedente pericolosissimo», non sono piaciute a Berlusconi e Alfano: noi — è il senso del discorso fatto — facciamo grandissimi sacrifici per sostenere il governo e tenere a bada un partito in ebollizione, e non possiamo sopportare colpi bassi. Gli stessi che Monti si è lamentato di aver ricevuto soprattutto dai giornali di area pdl, citati titolo per titolo, e anche da molti esponenti del partito che mettono ogni giorno in dubbio non solo l’utilità  della sua premiership, ma anche le sue stesse capacità .
Ci si è chiariti insomma, senza troppi formalismi. Ma come Berlusconi ha avvertito che la giustizia è argomento sensibile sul quale non verranno ammessi giochi tesi a «metterci in minoranza magari utilizzando i voti dell’Idv», Monti ha richiamato tutti alla responsabilità  del momento: oggi, ha spiegato, sentirà  i principali partner europei, e la sua conversazione di martedì con Obama è stata assolutamente produttiva, soprattutto perché ha portato alla decisione di far aprire a lui la sessione del G8 sui temi della crisi, e l’occasione va sfruttata presentandosi come un Paese unito che rema nella stessa direzione. Parole condivise dall’ex premier ma «agire sulla crescita è l’unica strada che possiamo battere — è il suo monito —. E soprattutto bisogna riportare un po’ di ottimismo, infondere fiducia, dare il senso che l’uscita dalla crisi è possibile perché la gente è spaventata, l’ondata di suicidi lo dimostra».
Ma nelle tre ore si è parlato anche di temi di stretta attualità  come la Rai: se le regole sulla governance non si è toccano — si è convenuto — bisognerà  procedere però a nuove nomine, e Monti su questo è stato netto: «Io andrò avanti». Infatti in serata si sono fatte insistenti le voci sui candidati in pole position per presidenza e direzione generale: Lucrezia Reichlin, Francesco Caio, Roberto Viola.
Se ne è parlato anche al vertice notturno convocato da Berlusconi per fare il punto con lo stato maggiore del Pdl soprattutto sulla polveriera che sta diventando il partito per le voci di una tentazione dell’ex premier di mettere in pista una sua lista personale aperta ai duri e puri e capeggiata dalla Santanchè. «Vogliamo che il presidente chiarisca quello che sta succedendo», avvertiva uno dei partecipanti al vertice, proprio mentre Luca Cordero di Montezemolo smentiva che si fosse raggiunto qualsivoglia accordo su una Federazione dei moderati che metta assieme Pdl, Italia Futura, centristi sparsi e magari la lista Silvio. L’ipotesi di gruppi «misti» (di pisaniani, montezemoliani, dissidenti del Pdl, centristi) che nascerebbero in parlamento accanto a quelli del Pdl è realistica, ma difficile, anche se in Senato è già  diaspora. E la nottata si è chiusa con un appello generale all’unità  del partito, mentre la confusione continua a regnare sovrana.


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