Francia, trionfo di Hollande maggioranza ai socialisti in Parlamento l’ultradestra

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 HENIN-BEAUMONT â€” Franà§ois Hollande avrà  le mani libere: il Partito socialista ha ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi e potrà  governare anche senza tener conto dei Verdi e del Front de gauche di Jean-Luc Mélenchon. E’ il miglior risultato possibile per il neo-presidente, che non voleva dipendere da nessuno per applicare il suo programma. Ma il risultato ha un valore soprattutto sul piano europeo: senza l’ipoteca della sinistra radicale, Hollande potrà  anche accettare più facilmente un compromesso con Angela Merkel di qui al vertice europeo di Bruxelles.
I risultati definitivi danno al partito del presidente, alleato con i radicali di sinistra e i candidati indipendenti, 314 seggi, cioè molto più della maggioranza assoluta (289). A loro si aggiungeranno 17 deputati ecologisti, che già  fanno parte del governo, e una decina del Partito comunista e del Front de gauche, più 2 degli indipendentisti della Martinica. La destra si ferma a 229, il Fronte nazionale, penalizzato dal suo isolamento, non andrà  al di là  di 3 seggi.
I ballottaggi di ieri hanno fatto molte vittime illustre, a sinistra e soprattutto a destra. La maggioranza presidenziale perde per strada Ségolène Royal, com’era previsto, e uno degli uomini simbolo del mitterrandismo, Jack Lang. Quest’ultimo, a quasi 73 anni, si è forse lanciato nella battaglia di troppo. Per un caso paradossale, sono stati battuti i due leader socialisti che miravano esplicitamente alla presidenza dell’Assemblea nazionale. Tutti gli altri personaggi socialisti di primo piano sono stati eletti (Jean-Marc Ayrault, il primo ministro, è stato uno dei pochi eletti fin dal primo turno).
A destra, invece, cadono in molti. Perde il suo seggio Michèle Alliot-Marie, notabile gollista, che all’inizio del 2011 aveva dovuto abbandonare il ministero degli Esteri dopo le rivelazioni sulle sue vacanze tunisine pagate da un amico di Ben Ali. Resta a casa anche Claude Guéant, braccio destro di Sarkozy per dieci anni, segretario generale dell’Eliseo e ministro dell’Interno fino al mese scorso. Meno conosciuta fuori dai confini Nadine Morano, anche lei vicina a Sarkozy, è sconfitta malgrado abbia chiesto apertamente il voto degli elettori di estrema destra.
Tra gli sconfitti eccellenti, infine, il centrista Franà§ois Bayrou. Nel 2007 era stato il “terzo uomo” delle presidenziali, con il 18 per cento dei voti. Quest’anno, aveva ottenuto un deludente 9 per cento, ma fra i due turni aveva annunciato il suo voto «personale» in favore di Hollande: gli elettori
della sua circoscrizione non glielo hanno perdonato. «Continuerò a far politica, ma un passo indietro s’impone», ha detto. Bayrou esce quindi di scena, i centristi avranno solo due deputati e il loro destino politico sembra segnato: in un sistema fortemente bipolare, con uno scrutinio maggioritario, è difficile esistere senza alleanze. La riprova di questo ragionamento viene dal risultato dei Verdi: alle presidenziali hanno ottenuto appena il 2,5 per cento, ma portano all’Assemblea 17 deputati. E ciò grazie agli accordi elettorali firmati nell’autunno scorso con il Partito socialista.
Il voto conferma quindi in pieno
il risultato delle presidenziali, al di là  delle speranze di Hollande: appena quindici giorni fa, i sondaggi davano al Ps solo una maggioranza relativa. Il presidente avrà  le mani libere, ma dovrà  anche rispondere alle aspettative del paese: la sua elezione ha creato la speranza di un rilancio della crescita, ma il primo ministro ha già  parlato degli sforzi necessari per ridurre l’anno prossimo al 3 per cento il deficit pubblico. Trovare l’equilibrio tra crescita e rigore sarà  il vero rebus del neopresidente. Ma ieri i francesi gli hanno dato fiducia per trovare la soluzione.


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