La «famiglia plurale» dei Valdesi

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Non “la” famiglia, rigorosamente eterosessuale, regolarmente sposata e con prole nata all’interno del matrimonio; ma “le” famiglie, eterosessuali e omosessuali, coniugate e di fatto, con figli ma anche senza figli, o con figli di uno solo dei due membri della coppia. Il Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi – riunito da domenica scorsa e fino ad oggi a Torre Pellice (To), “capitale” delle valli valdesi – ribadisce che la famiglia non è una ed unica, ma «plurale». «Non abbiamo bisogno della copia conforme all’originale, vogliamo valorizzare la pluralità  di famiglie presenti nella nostra società , tutte ugualmente significative», ha spiegato ieri il teologo valdese Enrico Benedetto, illustrando il documento Nuove e vecchie famiglie, quali modelli? elaborato da una apposita commissione dopo che il Sinodo, nel 2010, aveva dato il via libera alla benedizione delle coppie di fatto, sia eterosessuali che omosessuali, celebrate in diverse comunità  valdesi italiane, da Trapani a Milano. «La benedizione delle coppie omosessuali è stata la “bomba” che ci ha fatto rimettere in discussione i nostri modelli e ci ha stimolato a pensare e a discutere di famiglie plurali», aggiunge il pastore della Chiesa valdese di Torino Paolo Ribet, uno degli estensori del documento. E la discussione, proprio a partire dal documento presentato al Sinodo, proseguirà  nella base e nelle comunità  locali, senza invocare i «valori non negoziabili» cari alla gerarchia cattolica e tenendo conto delle diversità  di opinioni e sensibilità  presenti anche all’interno del mondo valdese. Sempre in tema di famiglia, al Sinodo non si parla della bocciatura della legge 40 sulla fecondazione assistita da parte della Corte europea dei diritti umani (oggi però verrà  votato un ordine del giorno), ma la pastora Erika Tomassone, della Commissione bioetica, spiega che «questa sentenza dimostra per l’ennesima volta che la legge non funziona e che, nel caso specifico sanzionato dalla Cedu, lede il diritto di una coppia di non mettere al mondo un figlio con una malattia genetica, contraddicendo altre norme, come la Convenzione europea per i diritti dell’uomo. Trovo grave – prosegue – che qualcuno abbia parlato di eugenetica: non si tratta di eugenetica, ma di restituzione di un diritto a una coppia». E sul ricorso annunciato dal ministro Balduzzi, è lapidaria: «Una scelta frettolosa». Si è parlato anche di altro al Sinodo, i cui lavori assembleari sono guidati da due donne, la svizzera Marcella Tron-Bodmer e l’italiana Mirella Manocchio. Per esempio di immigrazione, argomento assai caro a una Chiesa profondamente multietnica e impegnata in prima linea nelle iniziative per concedere la cittadinanza a chi nasce in Italia e il diritto di voto amministrativo agli stranieri residenti in Italia da 5 anni, con l’intervento del ministro per la cooperazione e l’integrazione Riccardi: «Attraversiamo un momento difficile, ma dobbiamo capire che il rilancio della crescita economica sarà  con gli immigrati o semplicemente non sarà ». «Da parte nostra – ha fatto eco la pastora Maria Bonafede – continueremo con determinazione a sollecitare norme che garantiscono i diritti degli immigrati che ormai costituiscono una componente essenziale della nostra società ». Fra i temi anche l’otto per mille, un’inezia rispetto a quanto incassa la Chiesa cattolica (oltre 1 miliardo) ma in costante aumento: quest’anno hanno ricevuto 14 milioni di euro (2 milioni in più rispetto all’anno precedente) da parte di oltre 470mila cittadini che hanno scelto i valdesi, i quali in Italia contano appena 25mila fedeli. Il prossimo anno probabilmente il gettito raddoppierà , perché per la prima volta i valdesi parteciperanno anche alla ripartizione delle quote non espresse. Ribadendo la scelta di non destinare i fondi per il culto e la pastorale ma solo per opere di carattere sociale e culturale, il Sinodo ha deliberato di modificare la suddivisione dei fondi, destinando non più solo il 30%, ma il 50 per i progetti all’estero. Oggi ultimo giorno di lavori con la votazione degli ordini del giorno e l’elezione democratica del nuovo moderatore della Tavola valdese, l’organo esecutivo delle Chiese, da 7 anni presieduto da Maria Bonafede, prima donna ad assumere l’incarico.


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