Merkel: “Bene le pressioni della Buba ma la Bce saprà  essere indipendente”

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BERLINO â€” «La Bce è indipendente e secondo me Draghi agisce nel rispetto del suo mandato, ma io sostengo Jens Weidmann, e credo sia una buona cosa che lui come presidente della Bundesbank abbia influenza nella Bce e invii ripetutamente i suoi moniti ai politici». Ecco l’intervento a caldo di Angela Merkel in persona, in questa intervista concessa al primo canale tv pubblico Ard. Signora , dai ranghi della maggioranza, per esempio dalla Csu bavarese, vengono nuove voci contro una permanenza della Grecia nell’euro. Non è pericoloso parlare così?
«Noi ci troviamo in una fase estremamente decisiva della lotta
contro la crisi dei debiti sovrani nell’area euro, e per questo credo che ognuno di noi dovrebbe ben soppesare a fondo le sue parole, prima di parlare. Tutti noi europei abbiamo responsabilità  reciproche, l’uno verso l’altro. L’Europa non è solo un’unione monetaria, è una comunità  di destini politici che per decenni ci ha assicurato la pace. Per questo bisogna stare molto attenti ogni volta che si parla. Dobbiamo sempre ricordare quanti cambiamenti duri, difficili siano necessari oggi in Grecia. Io sono stata la prima a dire al premier ellenico Samaras che alle parole devono seguire i fatti, ma proprio per questo chiedo a ognuno di pensare a fondo prima di pronunciare ogni parola ».
Ma molti nel campo Cdu-Csu sono critici. La sua maggioranza la segue sulla Grecia e la eurocrisi o si sente un po’di solitudine attorno?
«No, non penso di essere sola. Sulla Grecia, come ho detto, dobbiamo aspettare il giudizio della Trojka. Sono loro che si recheranno sul posto a valutare i progressi delle riforme. Io ho detto al premier greco e anche ad altri che resta ancora molto da fare. Ma insisto, se noi vogliamo dagli altri attendibilità , affidabilità . Se noi chiediamo fatti ai greci i greci hanno anche diritto di aspettarsi che noi attendiamo il giudizio della Trojka e non ci abbandoniamo a certe dichiarazioni. Stiamo attenti, molto è in gioco quando parliamo della Grecia».
Lei si fida del premier ellenico Samaras?
«Ho parlato a lungo con lui, ho ricavato l’impressione che si stia impegnando molto, seriamente, a fondo. Naturalmente, molta fiducia è andata perduta negli ultimi due anni e mezzo, e per questo conta ogni giorno per rafforzare gli sforzi e salvare il salvabile».
Come sarà  il futuro della Grecia: dracma o euro? E lei pensa solo all’euro o anche alla drammatica situazione della gente in Grecia?
«Io penso a come va alla gente, al paese reale, qui da noi come in Grecia. Ma dobbiamo anche creare una situazione in cui la fiducia reciproca sia possibile. Io capisco le preoccupazioni per il dramma della gente in Grecia, penso bene a quante sofferenze i greci affrontano, e trovo ingiusto che i ricchi abbiano già  provveduto a mettere i soldi al sicuro all’estero, mentre la gente semplice deve affrontare rinunce in ogni campo della vita. Ma ciò malgrado io sono convinta che l’euro potrà  essere una valuta stabile quando tutti noi europei riconquisteremo la credibilità  perduta».
Ci saranno concessioni di tempo o nelle somme alla Grecia?
«Il rapporto della Trojka dovrà  dirci a che punto è l’attuazione delle condizioni poste per il secondo pacchetto d’aiuti già  concesso. Ho pregato Samaras di tradurre in atto al massimo quegli impegni, poi leggerò il rapporto
della Trojka».
La Bce andrà  ad acquisti massicci di titoli sovrani per sostenere Spagna e Italia?
«La questione è quale responsabilità  abbiano le diverse istituzioni davanti alla crisi dei debiti sovrani. Ci sono gli strumenti di salvataggio, cioè il futuro Esm e il Efsf, avremo il 12 settembre il verdetto della Corte costituzionale. Il mandato della Bce è molto chiaro: deve preoccuparsi della stabilità  monetaria. La nostra responsabilità  di politici è di correggere gli errori originari dell’unione con una maggiore cooperazione politica. La Bce è indipendente, ma ha un mandato molto chiaro e limitato, difendere la stabilità  monetaria. Oggi come ieri confido che la Bce rispetterà  il quadro di questo suo mandato, Mario Draghi lo ha detto. Ma ancor più importante è per me come leader politico che tutti noi politici in Europa facciamo ognuno a casa sua il proprio dovere, e anche che insieme come Eurogruppo lavoriamo meglio insieme per rendere l’Europa più competitiva».
Il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, ha sottolineato di essere contro l’acquisto di titoli sovrani. Ha il suo appoggio?
«L’appoggio lo posso volentieri esprimere in quest’intervista. Trovo sia bene che Jens Weidmann lanci e ripeta i suoi moniti ai politici, oggi ha detto che il fiscal
compact è solo un primo passo ma non sufficiente, ha sottolineato che dobbiamo migliorare la competitività  e anche usare gli strumenti anticrisi quando necessario. Non trovo inabituale che nella Bce, così come accade nei vertici dei leader dell’eurozona, ci siano discussioni. Che Jens Weidmann come nostro presidente della Bundesbank abbia quanto più influenza possibile nel consiglio della Bce lo ritengo cosa buona».
Si aspetta sorprese dalla sentenza della Corte costituzionale sullo Esm attesa per il 12 settembre?
«Ho parlato del tema con tutti, ne abbiamo discusso a fondo. Ora tocca alla Corte decidere. Abbiamo portato loro buoni argomenti per spiegare che un meccanismo di salvataggio permanente è necessario per la credibilità  dell’euro. Non si tratta di finanziare gli altri Stati: è nell’interesse tedesco fare tutto per un euro stabile. Aspetto il verdetto».


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