Twitter censura un cronista pagina chiusa, è la prima volta

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LONDRA â€” Censure, insulti e razzismo: il primo bilancio olimpico dei social network. O meglio di Twitter, il villaggio globale della comunicazione in 140 battute, che sta conquistando il mondo come ha già  fatto Facebook. Dall’inizio dei Giochi di Londra, attorno al “cinguettio” (di cui “tweet” è il suono onomatopeico) del web si sono scatenate le polemiche. L’ultima è scoppiata con la decisione del network di sospendere l’account di un giornalista del quotidiano londinese Independent che aveva criticato su Twitter le trasmissioni di una rete televisiva americana sulle Olimpiadi. E intanto un ragazzo è finito agli arresti per un’ingiuria via Twitter al giovane campione di tuffi inglese Tom Daley.
Il caso di Guy Adams, corrispondente dell’Independent da Los Angeles, sembra la prima decisione di tappare la bocca a un giornalista da parte del social network. Nei giorni scorsi Adams aveva scritto su Twitter un commento critico della Nbc,
una delle maggiori reti tivù degli Stati Uniti, per avere impedito ai telespettatori americani di vedere i Giochi in diretta, preferendo trasmetterli in differita, in un orario (la prima serata) in cui gli inserzionisti pubblicitari pagano di più. Il reporter inglese aveva aggiunto l’indirizzo di email del presidente della Nbc, invitando gli internauti a scrivergli per protestare. Ma a protestare vigorosamente è stata la
Nbc, accusando Adams di avere violato una delle regole del social network, quella che proibisce di rendere pubblici indirizzo, numero di telefono o email altrui. E Twitter, senza nemmeno ascoltare la controparte, ha accolto il reclamo, sospendendo l’acconto di Adams, che dunque non può più twittare. «Un’autentica censura», si indigna oggi il quotidiano di Londra, difendendo il proprio cronista. Il quale spiega di avere reso pubblico non l’e-mail privato del presidente della Nbc, bensì quello di lavoro, che chiunque può trovare con Google e che è comunque simile a quello di tutti i dipendenti della rete televisiva Usa.
Il provvedimento ha suscitato migliaia di “tweet” di solidarietà  nei confronti di Adams, tra cui quelli di suoi colleghi come Piers Morgan, un anchorman della rete tivù Cnn, e dello scrittore Irvine Welsh, che ha scritto, anche lui su Twitter: «Questa storia illustra tre tendenze dei poteri egemoni, vietare ogni critica, prendersi sul serio e non avere alcun senso dell’umorismo ». Mentre infuriano le polemiche su questa apparente censura via Twitter, il social network è finito al centro dell’attenzione per altre ragioni, sempre nell’ambito delle Olimpiadi. La polizia di Londra ha arrestato un ragazzo di 17 anni che aveva twittato un commento insultante nei confronti del tuffatore britannico Tom Daley, che non era riuscito a vincere una medaglia nella sua prima gara e il cui padre è morto recentemente di cancro («Hai deluso tuo padre, spero che tu lo capisca»). Daley ha sporto denuncia e le autorità  sono subito intervenute. Nei giorni scorsi due atleti, una greca e uno svizzero, sono stati espulsi dai Giochi per commenti razzisti fatti su Twitter, e altri due sono stati oggetto di una campagna denigratoria, sempre sul medesimo social network.


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Sono giornalista dal 1980, ho avuto buoni maestri. Fanno parte della mia storia professionale che oggi mi ha portato a dirigere un giornale scritto dai detenuti. Ma ora a distanza di anni e di fronte al «caso Sallusti» mi rendo conto di quanto ci sarebbe ancora bisogno delle lezioni di chi ci spiegava che il giornalista ricerca la verità  e non manipola i fatti a uso e consumo di una o di un’altra parte politica.

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