Scuola in piazza, scontri con la polizia gli studenti bruciano le foto dei ministri

Loading

ROMA — Decine di cortei e migliaia di voci per un’unica, diffusa protesta. Da Torino a Palermo, gli studenti sono scesi in piazza, ieri, per dar voce al proprio disagio e contestare il ddl Profumo, le misure di austerity e la spending review del governo Monti nella loro prima manifestazione d’autunno. Duemila i partecipanti al corteo a Roma, pochi meno a Milano, Torino, Bologna, Palermo e Napoli, dove diverse centinaia di studenti hanno manifestato scegliendo come target le banche e i palazzi del
potere, dalle sedi del ministero dell’Istruzione a quelle delle Regioni. Proteste culminate in almeno tre città  â€” Torino, Milano e Roma — negli scontri con le forze dell’ordine, con un bilancio complessivo di una quarantina di contusi, fra cui 7 agenti di polizia, 16 ragazzi identificati e 6 denunciati.
«Le ragioni del dissenso sono più forti se espresse senza violenza — commenta il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo — Io sono aperto al confronto, ma non ho ricevuto richieste di incontri ». La stessa apertura arriva del ministro del Lavoro, Elsa Fornero: «Per quanto possa sembrare una frase fatta, io vorrei incontrarli tutti questi giovani. Non è facile governare non avendo facili promesse da fare. Ma non sarebbe neanche onesto dire a questi giovani: domani sarà  tutto più facile». E così i ragazzi “senza domani” hanno invaso le strade da Nord a Sud.
A Torino cinquecento studenti, fra cui i ragazzi No Tav della Val di Susa e gli autonomi del centro sociale Askatasuna, hanno manifestato per le vie del centro, lanciando fumogeni nel cortile della sede locale del ministero dell’Istruzione. Dopo il blitz, il corteo ha deviato rispetto al percorso stabilito: i ragazzi sono stati fermati dagli agenti, un gruppo ha lanciato uova e bottiglie e la polizia ha caricato. Secondo gli autonomi, 15 ragazzi sarebbero stati identificati, 5 già  denunciati, 30 sarebbero rimasti contusi e 2 feriti. Dopo gli scontri il corteo si è diviso: uno spezzone si è radunato sotto Palazzo Civico, un altro ha raggiunto Palazzo Nuovo, sede delle facoltà  umanistiche, dove i manifestanti hanno dato fuoco alle immagini del premier Monti, dei ministri Fornero e Profumo, del sindaco di Torino Fassino e del governatore Cota.
Due i cortei a Milano. Il primo, dei comitati di base, si è diretto verso la Regione e si è scontrato con la polizia, con un bilancio, secondo i collettivi studenteschi, di 7 feriti. Il secondo, dei collettivi, ha sfilato in centro: fumogeni e scritte su alcune banche, la sede della Siae e quella dell’Associazione italiana editori.
A Bologna circa 1.500 manifestanti hanno sfilato in centro, bloccando il traffico e lanciando uova e petardi contro due filiali dell’Unicredit. Lungo il tragitto uno dei dimostranti si è arrampicato fin sopra il Consolato greco rubando la bandiera «in solidarietà  con la lotta del popolo greco». A Roma duemila liceali hanno raggiunto in corteo il ministero dell’Istruzione, poi hanno provato a deviare dal percorso concordato, ma sono stati bloccati dagli agenti in tenuta antisommossa che li hanno respinti. La tensione è salita con il lancio di sassi e bottiglie in direzione delle forze dell’ordine che hanno dato il via a una carica più pesante. Sei gli agenti contusi e diversi i ragazzi feriti. Un quindicenne è stato portato in questura e identificato. Protagonisti anche alcuni ragazzi del Blocco Studentesco, gruppo di destra legato a casa Pound, che hanno raggiunto il balcone dell’altare della patria e srotolato una gigantografia del premier Monti in versione Vampiro.
A Palermo, infine, il corteo studentesco è approdato davanti alla Regione, dove i ragazzi hanno acceso un falò di tessere elettorali e facsimile dei candidati alle elezioni regionali per denunciare «i recenti scandali che hanno coinvolto i politici del territorio», manifestando la loro «sfiducia nella casta».


Related Articles

Scuola, Renzi fa approvare la riforma più odiata

Loading

La Camera approva il Ddl scuola con 277 sì, 173 no, 4 astenuti. Il movimento della scuola non si ferma e promette battaglia da settembre

Ma negare la Shoah non può essere un reato

Loading

Col processo e con la condanna di Priebke l’Italia aveva dato una lezione di civiltà giuridica al mondo intero. Non vendetta, solo giustizia: una regolare estradizione dell’assassino delle Ardeatine dall’Argentina, un processo, la sentenza. E dopo la condanna la concessione dei benefici dell’età.

Amnistia: Di Pietro ha posto il veto. Intervista a Pisapia

Loading

NULL In un`intervista di Stefano Arduini, nel settimanale “Vita“ in edicola oggi, Giuliano Pisapia, parlamentare del PRC e coordinatore per

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment