Italia Futura, ecco la lista che si ispira al premier

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Gli ultimi dubbi sulla tempistica riguardano solo le difficoltà , per logistica e impegni, a riunire i cinque leader principali dell’agglomerato della società  civile. Ma, se anche dovesse slittare, la volontà  è quella di uscire allo scoperto in fretta, offrendo quindi tutto il supporto politico ed elettorale a Mario Monti, nel caso e nei modi in cui deciderà  di scendere in campo.
Luca Cordero di Montezemolo è ancora a Maranello ma sta tessendo i fili per riuscire a dare l’annuncio della discesa in campo del suo movimento, Italia Futura, insieme ad Andrea Riccardi, Andrea Olivero, Lorenzo Dellai e Raffaele Bonanni. La mossa, in un quadro ancora tutto in evoluzione, prevede la nascita di una delle liste di quella che potrebbe essere la coalizione «Per Monti premier». Parallelamente, alla Camera si dovrebbe presentare una lista dell’Udc. Si parla anche (senza conferme) di una lista civica ispirata dallo stesso premier, nella quale potrebbero trovare ospitalità  anche alcuni degli attuali ministri. Più remota l’ipotesi che si formi una lista di fuoriusciti dal Pdl. Altro scenario al Senato, dove Pier Ferdinando Casini ha annunciato che ci sarà  un listone unico, che potrebbe chiamarsi «Italia per Monti». Un modo per evitare il rischio di non superare le soglie di sbarramento in tutte le Regioni. Anche se si pone il problema di alcuni politici di lungo corso, poco graditi alla società  civile: è il caso di Gianfranco Fini, contestato da Olivero.
Domani al Centro congressi Roma Eventi si terrà  «Rimontiamo l’Italia 2013 — Il lavoro continua», l’iniziativa promossa da Benedetto Della Vedova (Fli), Gian Luca Galletti (Udc) e Linda Lanzillotta (ex Api). Una chiamata a raccolta di quanti «non vogliono archiviare Monti e l’agenda Monti come una parentesi».
Ieri invece è stato Ernesto Auci — presidente di Indipendenti per l’Italia, gruppo che ha aderito a Verso la Terza Repubblica — a convocare un gruppo di centristi montiani. Tra loro l’ex presidente di Confindustria Luigi Abete. Che non apprezza l’idea di Silvio Berlusconi di eliminare l’Imu: «Toglierlo sarebbe un errore dal punto di vista economico, ma sarebbe discutibile anche dal punto di visto morale». Abete chiede che «si parli anche delle parole tabù: «Io sono favorevole a una patrimoniale a bassa intensità . E anche l’Iva non può essere una parola tabù». Ed è ottimista: «Sia che si formi un governo centrista presieduto da Monti, sia che ci sia un governo di centrosinistra con Bersani premier, ci sarà  continuità  sul risanamento dell’economia». Andrea Romano (Italia Futura) non è d’accordo: «Non sono così sicuro che si possa stare tranquilli. Da una parte c’è il populismo di Berlusconi, ma dall’altra la sinistra ha riscoperto alcuni idoli del passato, dallo Stato alle tasse. Per questo occorre dare un fondamento elettorale e politico alla prospettiva montiana: per dare continuità  al lavoro fatto».


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