Da Londra ancora armi ai ribelli

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Continua lo scontro sui numeri tra Damasco e i Paesi che accolgono i profughi. Onu avverte: «rischio settarismo» L’Unione europea ha confermato le sanzioni contro Damasco per i prossimi tre mesi. Ma è previsto anche un allentamento dell’embargo sulle armi. Nelle conclusioni dell’accordo si legge che i provvedimenti sono stati modificati per incrementare il supporto ad azioni non violente e l’assistenza tecnica per la protezione dei civili. Secondo l’Ue si tratta di «un segnale politico a favore dell’opposizione». Fonti diplomatiche dell’Unione europea riportano di un dissenso nella riunione sulla Siria in merito alla fornitura di armi. Da una parte, il ministro degli esteri inglese William Hague avrebbe voluto che fosse esplicitamente prevista la fornitura di armi agli insorti. Dall’altra, Parigi ha frenato allineandosi sulla posizione tedesca e svedese. Proprio ieri sarebbero scadute le sanzioni contro la Siria, che includono il bando sulla fornitura di armi alla famiglia Assad e ai leader siriani legati al Baath.
L’Alto rappresentante della politica estera dell’Unione europea, Catherine Ashton ha espresso dubbi sull’utilità  di nuove forniture ai ribelli. In un documento dell’Ue si legge che «consegnare armi potrebbe cambiare la situazione militare sul campo, ma potrebbe anche favorire la militarizzazione del conflitto, aumentando i rischi di creare gruppi estremisti armati e una proliferazione di armamenti nel dopo Assad». Il provvedimento arriva infatti in una fase critica in cui il governo siriano ha avviato nuovi colloqui con parte dei movimenti di opposizione. Dal canto suo, l’inviato delle Nazioni Unite in Siria Lakhdar Brahimi all’ultimo momento non ha preso parte all’incontro di ieri in sede Ue.
Nella giornata di ieri, almeno dodici miliziani del movimento sciita libanese Hezbollah sono morti in intensi scontri in territorio siriano, a sud-ovest di Homs, e a pochi chilometri dalla frontiera libanese. Mentre continua lo scontro sulla composizione dei ribelli e i numeri dei rifugiati. È stato reso noto ieri un documento della Commissione di inchiesta delle Nazioni Unite sulla Siria. Nel rapporto, si legge che l’opposizione armata in Siria deve separarsi da estremisti stranieri. Tuttavia, il premier siriano Wael Halqi ha insistito che, secondo il governo di Damasco, i dati forniti dai Paesi che accolgono i profughi alle Nazioni Unite sono «gonfiati», non si tratterebbe di 600mila rifugiati ma di meno di 200mila.


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