“Fiat, l’Italia non perderà  500 milioni di tasse”

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TORINO — Fiat Industrial continuerà  a pagare in Italia le tasse che ha pagato fino ad oggi. Dunque, dice un comunicato ufficiale del Lingotto, non è vero che il trasferimento del domicilio fiscale in Inghilterra, annunciato nei giorni scorsi, sottrarrà  tasse all’erario italiano: «Si tratta di dichiarazioni e valutazioni completamente false», dice Industrial. Ma ora il governo italiano ha deciso di approfondire: «Ho chiesto agli uffici una relazione tecnica sul sistema fiscale di Industrial in Italia», dice il viceministro all’economia Stefano Fassina (Pd). Anche se, aggiungono al ministero, è assai probabile che Industrial abbia rispettato in tutti questi anni i criteri di legge che impediscono l’elusione. In particolare il principio che lega il pagamento delle tasse al radicamento delle
diverse società  sul territorio.
La precisazione del Lingotto sul suo sistema fiscale arriva dopo due giorni di polemiche nate da un passaggio della relazione consegnata dalla società  di Torino alla Sec, la Consob americana. La nuova Industrial, che nascerà  dalla fusione con Cnh, sarà  probabilmente quotata a Wall Street e manterrà  la sede legale in Olanda. Ma, ecco la novità , potrebbe ottenere la residenza fiscale in Inghilterra. «In questo modo si sottrarranno centinaia di milioni al fisco dopo decenni di aiuti di Stato», il refrain degli esponenti dei partiti di ogni schieramento per tutta la giornata di ieri. Così a metà  pomeriggio è arrivata la dichiarazione ufficiale.
Nel 2012 Fiat Industrial ha pagato in tutto 536 milioni di euro in tasse. Ma la cifra è la somma aritmetica dei versamenti al fisco effettuati nei diversi Paesi dove hanno sede le società  del gruppo. Circa 247 milioni sono andati all’erario Usa, dove Cnh ha gran parte delle sue attività ; 59 milioni sono finiti ai Paesi dell’America Latina e 145 a quelli dell’Europa. Di questi, 27 milioni sono pagati all’erario italiano. Al calcolo delle tasse italiane si devono aggiungere i 28 milioni di Irap.
Il trasferimento della sede fiscale in Gran Bretagna, sostengono al Lingotto, non modificherà  per nulla i versamenti all’erario di Roma. Piuttosto
si modificheranno quelli allo Stato olandese dove, ricorda la dichiarazione di ieri, «da molti anni Cnh ha sede legale». In futuro il trasferimento del regime fiscale a Londra finirebbe per lasciare ad Amsterdam le tasse legate alla sede legale (invariata) privando però l’Olanda di quelle legate al regime fiscale (vista l’opzione in favore di Londra). Per questo, dice Industrial, sarà  necessario un accordo
tra Olanda e Inghilterra. Il motivo della scelta del sistema fiscale inglese è quello di «mettere gli azionisti della nuova società  sullo stesso livello dei concorrenti». A questa conclusione Torino è arrivata «esaminando i trattati bilaterali con doppia imposizione ».
La vicenda della fusione di Industrial e Cnh è particolarmente studiata perché gli osservatori la considerano l’anticamera della fusione tra Fiat Auto e Chrysler. Ormai scontata la quotazione principale a Wall Street, restano da decidere la sede legale, il quartier generale e il regime fiscale. Anche qui il problema sarà  vedere a quale erario finiranno le tasse della capogruppo nata dalla fusione tra Torino e Detroit.


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    Qualcosina forse si muove a livello europeo. Il coinvolgimento di paesi dell’ex-area del marco, come l’Olanda, nella crisi, l’esito del primo turno delle presidenziali in Francia, la recessione più forte del previsto in Spagna e Italia, stanno aprendo le condizioni per politiche più attente ad evitare una spirale di aggiustamento fiscale eccessivo e di crisi che pregiudica il miglioramento dei conti pubblici nella parte Sud dell’Europa.

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