Human Rights Watch, video choc sui ribelli: tagliano cuore e fegato

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E ieri il governo austriaco ha annunciato di aver scritto ai 26 partner dell’Ue che rifornire di armi gli anti-governativi sarebbe «una violazione del diritto internazionale e delle leggi di base dell’Unione europea” nonché dei «principi della Carta delle Nazioni unite riguardante il non intervento e l’uso della forza». Per non dire della violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza riguardanti al Qaeda, visto che il Fronte al Nusra, che ne è alleato, agisce fra i “ribelli”.
I ministri degli Esteri dell’Ue discuteranno circa le sanzioni alla Siria alla fine di maggio. Sulla linea dell’Austria anche Svezia, Finlandia, Lettonia, Estonia Lituania. E l’Italia? Non suscita invece preoccupazione fra i governi Ue l’embargo commerciale alla Siria, che ne peggiora la paralisi economica con i suoi effetti a cascata. Al tempo stesso appare sempre più contraddittoria la posizione della Francia che da un lato insiste per la possibilità  di armare direttamente i gruppi in Siria, dall’altro chiede all’Onu di considerare terrorista il fronte Al Nusra per differenziarlo dagli altri gruppi.
Peccato che in contemporanea sistia diffondendo l’accusa di atrocità  a carico del comandante della brigata “Omar Farouq” che combatte a Homs e che non è del fronte qaedista ma fa piuttosto parte della galassia del cosiddetto Libero esercito siriano. Il comandante del gruppo, lo stesso che in aprile ha bombardato i villaggi sciiti libanesi di al-Qasr e Hawsh al-Sayyed, è stato ripreso in un video mentre tagliava a pezzi il cuore e il fegato di un soldato siriano ucciso, chiedendo una sorte analoga per tutti gli alauiti. Human Rights Watch condanna l’atrocità , chiedendo il ricorso alla giustizia della Corte penale internazionale per tutte le parti coinvolte nel conflitto (ma non chiedendo l’embargo alle armi destinate ai gruppi dell’opposizione, solo a quelle verso l’esercito).
Dal canto suo la Lega araba ha puntualizzato che senza un proprio governo, tuttora inesistente, il seggio spettante alla Siria in seno alla Lega Araba e vacante dal novembre 2011 non è e non può essere assegnato alla Coalizione nazionale siriana. Intanto l’Ufficio europeo di polizia (Europol), ha riferito che gli scontri in Siria potrebbero creare una futura ondata di terrorismo che potrebbe minacciare i membri della Ue: « Un certo numero di cittadini dell’UE è stato arrestato in Belgio, Francia, Paesi bassi e Regno unito in viaggio da o per la Siria».
Crescono in Turchia le proteste – domenica scorsa in diverse grandi città  – per il ruolo del governo nella guerra in Siria, dopo l’esplosione che l’11 maggio a Reyhanli, nella provincia frontaliera dello Hatay, ha ucciso 50 persone ferendone molte altre. Ankara ha messo la censura sul caso e ha accusato Damasco di aver agito attraverso un piccolo gruppo di estrema sinistra fondato da un alauita turco operante in Siria (non in Turchia), e già  additato dai pro-ribelli come responsabile di un massacro nella città  di Banias, giorni fa. Il gruppo smentisce e accusa «le forze oscure operanti in Siria» come i salafiti. E molti abitanti di Reyhanli, l’associazione turca per la pace, il partito comunista, il Comitato contro l’attacco alla Siria accusano dell’esplosione gli stessi armati che combattono contro Assad, e dunque accusano Ankara, che permette il passaggio di terroristi e li ospita fra gli autentici rifugiati. Reyhanli è il principale hub per chi combatte nel nord della Siria.


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