Governo, Letta preoccupato dal Pd Spunta una mozione di sostegno

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ROMA — Non parlerà di agibilità politica del Cavaliere, non toccherà temi legati al rapporto fra magistratura e politica, come nel recente passato ogni riferimento al dibattito interno sarà attraverso temi concreti, quello che il governo ha fatto e quello che deve ancora fare, eppure Letta ha ovviamente le sue opinioni e fra queste c’è anche quella su un Pd, il suo partito, che non sostiene a dovere l’esperienza del suo esecutivo.
Di fronte alle indiscrezioni che raccontano Berlusconi sul piede di guerra, pronto alla crisi o all’appoggio esterno, il capo del governo sembra al momento preoccupato più dell’atteggiamento del Partito democratico che dei rischi che provengono dalle riunioni di Arcore.
L’accelerazione verbale e l’enfasi di molti esponenti del Pd sulla data di convocazione della giunta che dovrà esprimere un primo giudizio sulla decadenza da parlamentare dell’ex premier viene vissuta e giudicata a Palazzo Chigi con una distanza piena di riserve.
Nel governo, e non si tratta di un ministro del Pdl, c’è chi lo dice apertamente, «nel Pd stanno giocando a far saltare i nervi a Berlusconi». Letta dice con altre parole concetti che non sono distanti: la sintonia con Epifani è solida, ma ciò non toglie che il desiderio del presidente del Consiglio di vedere schierato tutto il suo partito nel solco della stabilità, e dei frutti che sta già portando, è al momento tutt’altro che soddisfatto.
Al prossimo congresso del Pd, è notizia di ieri, ci sarà probabilmente una mozione a favore del governo, di questo governo, in omaggio agli sforzi fatti dal presidente della Repubblica, alla stabilità e al dividendo finanziario che questa sta cominciando a produrre. Una mozione in via di formazione in questi giorni, per chiedere al partito «di avere il coraggio di riconoscersi nell’impegno di Enrico Letta e di assumersi la responsabilità politica di governo».
Ufficialmente uno dei promotori è il lettiano Francesco Boccia, il premier non intende per il momento occuparsi d’altro che degli affari di governo, ma è scontato che condivida e cercherà di rafforzare, per quanto possibile, questa linea.
Esiste ovviamente la possibilità che da qui ad allora il governo non sia più in carica, che nel frattempo Berlusconi abbia assecondato i cosiddetti falchi del suo partito, ma esiste anche la possibilità che da qui ad allora non succeda nulla, che la deliberazione decisiva del Parlamento sulla decadenza di Berlusconi venga calendarizzata poco prima o poco dopo la legge di Stabilità, chiudendo di fatto uno spazio elettorale. E ovviamente Letta farà quel che è possibile che proteggere il suo governo da queste dinamiche.
Ufficialmente a Palazzo Chigi negano il dispiacere e l’amarezza nei riguardi del Pd. La bussola resta quella delle scorse settimane: da una parte l’esecutivo, dall’altra le indiscrezioni mediatiche. Ovviamente sino al momento in cui sarà possibile tenere distinti i due piani, per il resto «il presidente ha già ribadito più di una volta che non si farà logorare e che se riterrà compromessa o indebolita la sua forza non esisterà a trarne le conseguenze».
Oggi, nel primo pomeriggio, Letta parlerà al Meeting di Rimini: intervento che si annuncia sull’Europa, concentrato sugli obiettivi che Palazzo Chigi ritiene a portata di mano nei prossimi mesi, a cominciare dall’impiego di quelle risorse che l’uscita dalla procedura di infrazione europea e i minori interessi sul debito hanno già o stanno per liberare a favore della crescita e dell’occupazione.
Gli ultimi scampoli di una brevissima vacanza in famiglia, ieri, erano dedicati anche alla stesura dell’intervento. Con un occhio alle richieste degli emissari del Cavaliere, che chiede anche al presidente del Consiglio di mettere un freno al Pd, e con un altro occhio alla ricerca di una strada per proteggere un esecutivo «nato con le cinture di sicurezza e che è destinato a restare sull’ottovolante», chiosano nello staff del premier. Consapevoli che gli ottovolanti reali sono molto più sicuri del governo italiano.
Marco Galluzzo


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