Forconi, sondaggi e proteste fermano Silvio

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ROMA — Il presidente è «troppo stanco», fanno sapere da Palazzo Grazioli, vertici e incontri con i big rimandati, forse a oggi. Congelato il battesimo del Comitato di presidenza forzista. La giornata è stata di quelle nere e non tanto per la scontata fiducia al governo Letta. Silvio Berlusconi è costretto a una sonora retromarcia sull’incontro già fissato alle 17 a San Lorenzo in Lucina con la delegazione di autotrasportatori aderente al movimento dei Forconi.
In mattinata rinvia di qualche ora, poi annulla del tutto il confronto che tante polemiche aveva suscitato. Per «evitare strumentalizzazioni » spiegherà in una nota pomeridiana il Cavaliere, invitando il governo però a farsi carico delle proteste e delle istanze. Il fatto è che era bastato l’annuncio dell’incontro con la sigla degli autotrasportatori per scatenare in 12 ore una tempesta interna. Tutte le categorie vicine al centrodestra, commercianti, imprenditori lombardi, altre sigle di autotrasportatori di destra, sindacati vicini, erano insorte contro la scelta del leader di sposare le ragioni dei forconi. Il rischio di vedersi voltare le spalle da intere categorie sociali e dai loro blocchi elettorali si stava facendo assai concreto. Perfino un sondaggio a tamburo battente di Euromedia Research avrebbe confermato al capo l’impopolarità della scelta, della via Grillo verso un’opposizione barricadera, insomma. Per non dire delle critiche tutte interne al partito. L’ala più moderata ha fatto presente a Berlusconi che «così finiamo col perdere tutti i voti moderati per diventare un partito estremista, c’è il rischio di una fuga di senatori verso il Ncd». Attacchi alla linea falchista «che non porta da nessuna parte». Argomenti che alla fine hanno convinto l’ex premier a tornare sui suoi passi, rinunciando al confronto che Daniela Santanché, big sponsor dell’operazione, gli aveva organizzato. Lei comunque li incontra, gli autotrasportatori, e rivendica il feeling: «Non mi piace lo snobismo che circonda questa protesta, le loro richieste sono legittime ». Berlusconi si limita a benedirli con una nota. «Ho deciso, per evitare ogni possibile strumentalizzazione di rinviare il previsto incontro, ma rivolgo il mio invito al governo affinché si faccia subito interlocutore attento delle loro istanze. Cosa aspetta il governo a convocare queste categorie? Forse che accada qualcosa?» Come la pensi su questa protesta, sulla «persecuzione» di cui si ritiene vittima in Italia e sulla situazione politica l’ex premier lo chiarirà in una intervista a una tv francese che sarà messa in onda oggi. Nel mirino c’è sempre il capo dello Stato. E lo si intuisce da quel bollettino confezionato ogni mattina dal tandem Brunetta-Fasera
rina, “il Mattinale”, che ieri si è scagliato proprio contro Napolitano: «Se c’è una moda dannata (citando le parole del presidente dei giorni scorsi, ndr) è quella delle esternazioni che un presidente della Repubblica non dovrebbe permettersi».
Berlusconi prova a smussare dissapori e malumori, dopo l’exploit dei club di domenica. Altri ne provoca: ha bocciato l’elenco dei nuovi coordinatori regionali proposti dai big forzisti. Li vuole più giovani e “nuovi”. Da questa riceverà i senatori (e poi i deputati) a gruppi di 15-20 a Palazzo Grazioli per cene natalizie con intenti pacificatori. Sarà ufficializzata invece nelle prossime ore la composizione del Comitato di presidenza, composto da una trentina di dirigenti. Dodici sono di nomina personale del lader. Sei già certi: Raffaele Fitto, Mara Carfagna, Mariastella Gelmini, Rocco Crimi, Saverio Romano e Gianfranco Rotondi. Altri ne fanno parte di diritto per la carica che ricoprono. Oltre ai capigruppo e vice, i vicepresidenti delle Camere, Gasparri e Baldelli, il responsabile organizzazione Verdini, fundrising Santanché, comunicazione Bergamini, giovani Calabria, coordinamenti Capezzone, amministrazione Bondi, club Fiori, web Palmieri.


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