I mille volti dello sciopero sociale, oggi prove generali di coalizione

I mille volti dello sciopero sociale, oggi prove generali di coalizione

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L’ambizione dello scio­pero sociale, orga­niz­zato oggi in ven­ti­cin­que città dai sin­da­cati di base (Cobas, Usb Cub e Adl Cobas), dai cen­tri sociali, dagli stu­denti (Rete della Cono­scenza) e da asso­cia­zioni del lavoro pre­ca­rio o a par­tita Iva è rap­pre­sen­tare tutte le sfu­ma­ture della sotto-occupazione, dei sotto-salari, del lavoro povero, volon­ta­rio e ser­vile esi­stenti in Ita­lia. Secondo i pro­mo­tori, que­sta con­di­zione verrà dra­sti­ca­mente peg­gio­rata dal Jobs Act in discus­sione in par­la­mento, con l’abolizione dell’articolo 18 per i neo-assunti e l’introduzione del «con­tratto a tutele cre­scenti» che sospende i diritti dei lavo­ra­tori per un lungo periodo a discre­zione dell’impresa.

La piat­ta­forma richiede l’abolizione dei 46 con­tratti pre­cari della legge 30; la crea­zione di un sala­rio minimo euro­peo da 10 euro e un red­dito di base uni­ver­sale finan­zia­bile con la fisca­lità gene­rale. Viene auspi­cata la redi­stri­bu­zione dei 1,5 miliardi di cofi­nan­zia­mento euro­peo della fal­li­men­tare «garan­zia gio­vani» ai suoi reali bene­fi­ciari (under 29, lau­reati o inoc­cu­pati) e non alle agen­zie inte­ri­nali o agli enti di for­ma­zione. Signi­fi­ca­tiva è l’apertura rispetto al mondo del lavoro auto­nomo, quello iscritto alla gestione sepa­rata dell’Inps, e quello del lavoro pro­fes­sio­nale ordi­ni­stico. Per loro si chiede equità fiscale e con­tri­bu­tiva e l’estensione dei diritti sociali fon­da­men­tali (malat­tia e mater­nità ad esem­pio). Un’apertura che ha spinto all’adesione allo scio­pero della Mobi­li­ta­zione gene­rale degli avvo­cati (Mga), un gruppo nume­roso che ha rin­no­vato la poli­tica forense negli ultimi anni.

Pre­po­tente è la ver­tenza con­tro il «lavoro gra­tuito» sta­bi­lito dall’accordo sin­da­cale del 2013 per l’Expo. In poco più di un anno è diven­tata una bat­ta­glia sim­bo­lica per la retri­bu­zione di tutti i lavori, che siano sotto forma di stage, tiro­cini, prove, volon­ta­riato. «Quello di oggi non è lo scio­pero di un sog­getto unico – sosten­gono gli atti­vi­sti del labo­ra­to­rio romano per lo scio­pero sociale – ma è una mobi­li­ta­zione dell’insieme dei sog­getti del lavoro pre­ca­rio, auto­nomo e impo­ve­rito per creare una coa­li­zione». La mobi­li­ta­zione non si decli­nerà nella sola forma dell’astensione da una pre­sta­zione salariata.

Lo scio­pero sarà onni­pre­sente sui social net­work e si decli­nerà come «scio­pero di genere», inten­dendo il genere un «mezzo di pro­du­zione sociale» che mette a valore le dif­fe­renze ses­suali, gli stili di vita o il lavoro di cura. Sarà uno «scio­pero per la cul­tura»: per ripen­sare il diritto d’autore fuori dal mono­po­lio della Siae o gestire in maniera «tra­spa­rente e par­te­ci­pata» i fondi pub­blici. Forte è l’attenzione per i beni comuni e alla bat­ta­glia con­tro lo Sblocca Ita­lia. Per que­sto il Forum ita­liano per l’acqua ha ade­rito. Lo scio­pero sarà «migrante»: la coa­li­zione inter­na­zio­nale dei Sans Papiers «Migranti Rifu­giati e Richie­denti Asilo» mani­fe­sterà alle 14 a piazza Mon­te­ci­to­rio. E coin­vol­gerà la scuola dove i Cobas saranno in scio­pero gene­rale. L’Usb ha dichia­rato quat­tro ore di scio­pero gene­rale a livello nazio­nale. Alle mani­fe­sta­zioni ha ade­rito anche Rifon­da­zione Comunista.

In que­sto arci­pe­lago è emersa l’esigenza di creare uno «spa­zio per­ma­nente e gene­rale di mobi­li­ta­zione» che in Ita­lia manca dal 2011, dopo la gior­nata del 15 otto­bre. Da allora sem­bra essere cam­biato l’approccio tra alcune reti di movi­mento. «Si è pas­sati dalla com­pe­ti­zione alla coo­pe­ra­zione» è stato detto nel corso di un’assemblea alla Sapienza dell’11 novem­bre dove anche il segre­ta­rio della Fiom Mau­ri­zio Lan­dini ha pro­vato a sil­la­bare il con­cetto di «coalizione».

Ven­gono inol­tre risco­perte parole sep­pel­lite dall’industrialismo e dalla cre­denza che il sala­riato fosse la cate­go­ria cen­trale attorno alla quale riu­nire i fram­menti del lavoro. Il mutua­li­smo, ad esem­pio, oggi con­si­de­rato come una pra­tica tra­sver­sale capace di rivol­gersi alle esi­genze dei sin­goli, e non solo alle loro iden­tità pro­fes­sio­nali o pre­ca­rie. Da Torino (piazza Arba­rello, ore 9,30) a Milano (Largo Cai­roli), da Bolo­gna (Sala Borsa) a Napoli (piazza Man­cini) a Roma (piazza della Repub­blica) par­ti­ranno le mani­fe­sta­zioni clas­si­che in forma di sfi­lata (o parata). All’alba fino alla notte di oggi ci saranno bloc­chi, pre­sidi e sit-in. Alcune azioni di sen­si­bi­liz­za­zione sono par­tite ieri sera in molte città, da Nord a Sud, nei luo­ghi dell’intrattenimento e della movida, luo­ghi del pre­ca­riato giovanile.



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