G20 Afghanistan. Assenti Russia e Cina, dalla Ue soldi ma «senza legittimare il regime»
Talebanistan. Bruxelles ribadisce le 5 condizioni: diritti delle donne, permettere aiuti, lotta al terrorismo, governo inclusivo, libertà di andarsene dal paese
L’Occidente, dopo la débâcle del ritiro precipitoso di fine agosto, per rispondere all’appello dell’Onu di facilitare gli aiuti per l’Afghanistan arrivato a «un punto di rottura», cerca di individuare una strada stretta per non abbandonare la popolazione, in preda a una gravissima crisi umanitaria, ma al tempo stesso non allentare le pressioni sui talebani per il rispetto dei diritti umani, in particolare per le donne, e non cedere alle richieste del regime, che punta al riconoscimento internazionale.
UE E USA DEVONO anche far fronte all’offensiva di Cina e Russia (con i paesi del Golfo e la Turchia), che non vogliono «interferenze ideologiche» e spingono per un negoziato di lungo periodo. Ieri, sotto presidenza italiana si è tenuta una video-riunione del G20, assenti il cinese Xi Jinping (rappresentato dal ministro degli Esteri) e Vladimir Putin, che organizza un incontro sull’Afghanistan in Russia il 20 ottobre, «un successo» per Mario Draghi, «la prima risposta multilaterale alla crisi afghana», che «non significa però un loro riconoscimento», ha precisato il primo ministro italiano.
LA UE È ARRIVATA con un impegno: lo stanziamento di un miliardo di euro per venire in aiuto d’emergenza alla popolazione afghana e ai paesi vicini che sono intervenuti per primi. Si tratta di circa 700 milioni in più dei 300 milioni già stanziati da Bruxelles per far fronte alle prime necessità. 250 milioni saranno destinati all’aiuto di emergenza per la salute, con particolare attenzione ai vaccini. Gli Usa hanno aggiunto 300 milioni di dollari. «Senza legittimare il governo talebano ad interim» ha precisato von der Leyen: le «5 condizioni» poste ai talebani restano (permettere la partenza dall’Afghanistan per chi lo desidera; rispettare i diritti delle donne; permettere gli aiuti umanitari; lotta al terrorismo; istituire un governo inclusivo e rappresentativo).
Per questo motivo, Ue e Usa non sbloccano i fondi della banca centrale afghana, che sono congelati (2 miliardi per la Ue, 8 miliardi per gli Usa).
JOE BIDEN HA INSISTITO soprattutto sulle garanzie nella lotta al terrorismo e il «passaggio sicuro» per stranieri e afghani che vogliono lasciare il paese: gli Usa si impegnano «a lavorare in stretto contatto con la comunità internazionale e a utilizzare i mezzi diplomatici, umanitari e economici per sostenere la popolazione». Grande attenzione al terrorismo anche da parte dell’indiano Narendra Modi. La situazione delle donne è un tema che «è stato toccato da tutti» nelle tre ore di riunione, ha detto Draghi.
DI FRONTE ALLA SITUAZIONE socio-economica che «si deteriora» e che «mette centinaia di migliaia di afghani a rischio con l’arrivo dell’inverno», mentre «l’assistenza umanitaria non sarà sufficiente per evitare la carestia e una grave crisi umanitaria», la Ue vuole evitare «il collasso» del paese. «Dobbiamo fare in fretta» ha precisato Ursula von der Leyen. «Siamo stati chiari sulle condizioni per ogni impegno con le autorità afghane, incluso il rispetto dei diritti umani – ha aggiunto la presidente della Commissione – finora le notizie parlano da sole. Ma la popolazione afghana non deve pagare il prezzo per le azioni dei talebani».
La Ue chiede che «a breve» venga garantita la possibilità di uscire dall’Afghanistan «per gli afghani legati alla Ue e ai paesi membri», oltre «alle popolazioni vulnerabili», come difensori dei diritti umani, donne, giornalisti, attivisti dei diritti civili, polizia, giudici e le loro famiglie. A «medio e lungo termine», la Ue si impegna a mettere a punto uno «schema pluriannuale per ospitare degli afghani a rischio».
AI «PAESI VICINI» a cui andrà parte del finanziamento, Bruxelles chiede «cooperazione» per prevenire il terrorismo, impegno per la lotta al crimine organizzato
e ai trafficanti di uomini, per evitare arrivi massicci di migranti.
Gli aiuti Ue saranno «canalizzati» in Afghanistan «da organizzazioni umanitarie internazionali che operano sul terreno» ha precisato Ursula von der Leyen.
* Fonte: Anna Maria Merlo, il manifesto
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