Escalation israeliana, in Siria ucciso un generale iraniano

Escalation israeliana, in Siria ucciso un generale iraniano

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Mousavi, stretto collaboratore di Suleimani, è stato colpito lunedì nella sua casa di Damasco. Dal Libano reagisce anche Hezbollah: «Superato ogni limite». La regione sull’orlo del baratro

 

Lunedì la tv di stato iraniana interrompe la sua regolare trasmissione per annunciare l’uccisione di Sayyed Reza Mousavi in un attacco aereo israeliano fuori dalla capitale siriana, Damasco.

L’ambasciatore della Repubblica islamica in Siria, Hossein Akbari, compare in televisione e dichiara: «Fino alle 14 di oggi, Mousavi era presente nel suo ufficio in ambasciata, per poi trasferirsi nel pomeriggio alla sua residenza nel quartiere di Zainabiyah. Alle 16.10, la sua abitazione è stata colpita da tre missili del regime sionista. Nell’attacco Mousavi, che si trovava da solo in casa, è stato ucciso».

SAYYED REZA MOUSAVI, noto come Sayyed Razi, generale di brigata, era uno degli alti consiglieri militari delle Guardie della Rivoluzione in servizio a Damasco. Secondo l’agenzia Irna, è stato uno stretto collaboratore del generale Qassem Suleimani, capo della forza d’élite iraniana Quds, ucciso in un attacco di droni statunitensi in Iraq nel gennaio 2020.

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L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha riferito che Mousavi è stato preso di mira dopo essere entrato in una fattoria nella zona, presumibilmente uno dei numerosi uffici di Hezbollah libanese in Siria.

Il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha dichiarato che Mousavi è stato «martirizzato mentre prestava servizio come consigliere per il fronte della resistenza, difendendo i santuari in Siria e salvaguardando gli ideali islamici». Ha poi minacciato: «Il regime israeliano pagherà sicuramente per questo crimine».

Il ministro degli esteri Hossein Amir-Abdollahian ha twittato: «Tel Aviv deve affrontare un duro conto alla rovescia». Secondo informazioni riportate dai media iraniani, in passato sono stati compiuti diversi attacchi contro il quartier generale di Mousavi. Uno degli attentati falliti risale al 13 maggio 2016, quando fu ucciso Sayyid Mustafa Badreddine, noto come Zulfikar, uno dei comandanti di Hezbollah in Libano. L’attentato aveva preso di mira l’ufficio di Mousavi che però non era presente.

Hassan Kazemi Qomi, diplomatico iraniano di alto livello, ha dichiarato che l’uccisione di Mousavi «ha l’obiettivo di coinvolgere direttamente la Repubblica islamica nel conflitto». Non a caso reagisce subito Hezbollah che in una nota ha definito Mousavi «uno dei migliori fratelli che hanno lavorato per sostenere la resistenza islamica in Libano per decenni». Il movimento sciita libanese ha sottolineato di considerare l’uccisione «una violazione aperta e spudorata che supera ogni limite dello stato sionista».

Non sono tardate neanche le condanne degli altri membri del cosiddetto «Asse di Resistenza», Hamas e Houthi yemeniti. La strategia dell’Iran in Medio Oriente si è da tempo concentrata sul supporto di alleati regionali per creare una minaccia circolare intorno a Israele. Una minaccia che si manifesta attraverso la presenza di milizie armate schierate lungo i confini del paese per impegnare Tel Aviv su più fronti.

NELLA GUERRA tra Israele e Hamas, seguita all’attacco del 7 ottobre e all’inizio dell’offensiva su Gaza, gli scontri lungo il confine con Hezbollah si sono intensificati con scambi quotidiani di missili e bombardamenti, mentre milizie filo-iraniane in Iraq hanno lanciato più di 100 attacchi contro basi che ospitano truppe statunitensi nel paese e nella vicina Siria, forma di rappresaglia per il sostegno Usa a Israele.

Negli ultimi anni Israele ha condotto numerosi attacchi contro obiettivi nelle aree sotto il controllo del governo siriano, devastato dalla guerra. Normalmente Israele non riconosce ufficialmente i propri attacchi aerei in Siria e quando lo fa sostiene di mirare ai gruppi sostenuti dall’Iran.

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Lunedì il collettivo di miliziani «Resistenza Islamica in Iraq», legato alle Kataib Hezbollah irachene, ha rivendicato un attacco contro una base Usa vicino all’aeroporto di Erbil. L’attacco ha ferito tre membri del personale americano, uno in modo grave. In risposta, il segretario alla difesa americano Lloyd Austin ha detto che tre siti usati dalle Kataib Hezbollah e altri gruppi sono stati distrutti dalle forze statunitensi in Iraq e Siria.

* Fonte/autore:Francesca Luci, il manifesto

 

 

 

ph by Khamenei.ir, CC BY 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/4.0>, via Wikimedia Commons



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