E con la scusa della par condicio studia lo stop ai talk show

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Ora dice: «Lavoriamo per cambiare il testo della responsabilità  civile». Ce l’avete con i giudici? «È proprio l’opposto. Viste le reazioni di Anm, magistrati del centrosinistra e Csm che, scommetto, ripeterà  il refrain dell’Anm, semmai l’offensiva è contro di noi. Che abbiamo l’unico torto di rispettare il programma del governo». C’era pure la responsabilità ? «Nella riforma della giustizia c’è la responsabilità , tradotta dopo il referendum dell’87 in una legge inutile che ha prodotto 400 richieste e 4 condanne». Come la cambiate? «In modo che garantisca indipendenza e serenità  del giudice nell’interpretare la legge, ma dia al cittadino certezza di avere i mezzi per tutelarsi dagli errori». Non vi pare di esagerare? «Non capisco perché quando l’Europa ci bacchetta in tema di concorrenza corriamo ad adeguarci, mentre per la giustizia si scatenano polemiche dallo spirito conservativo». Perché siete “recidivi” contro le toghe. «Una seria responsabilità  è nell’interesse della stragrande maggioranza dei giudici che svolge in silenzio un lavoro serio e insostituibile. A temerla sarà  chi non fa il suo dovere».


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Sono giornalista dal 1980, ho avuto buoni maestri. Fanno parte della mia storia professionale che oggi mi ha portato a dirigere un giornale scritto dai detenuti. Ma ora a distanza di anni e di fronte al «caso Sallusti» mi rendo conto di quanto ci sarebbe ancora bisogno delle lezioni di chi ci spiegava che il giornalista ricerca la verità  e non manipola i fatti a uso e consumo di una o di un’altra parte politica.

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