Francia in rivolta anche per l’ambiente, scontri a Sainte-Soline con molti feriti

Francia in rivolta anche per l’ambiente, scontri a Sainte-Soline con molti feriti

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Corteo al cantiere per la costruzione di una mega piscina per irrigare i campi

 

«No bassaràn», hanno scandito i manifestanti contro il progetto dei ‘mega-bacini’, vicino a Sainte-Soline, nell’ovest della Francia. Più di 30.000 persone hanno marciato contro il progetto di costruzione di un’enorme piscina artificiale per l’irrigazione dei campi, secondo la Conféderation Paysanne, les Soulèvements de la Terre, il collettivo Bassines non merci e 200 altre sigle di partiti, associazioni e sindacati che hanno organizzato il weekend di protesta. Secondo la prefettura locale, gli oppositori erano circa 6.000.

Di fronte alle critiche, il governo francese ha scelto di tirare dritto e cercato di vietare la manifestazione di ieri – invano. Gli attivisti si sono ritrovati a qualche chilometro dal cantiere, accompagnati dai trattori dei contadini, per poi dividersi in tre ‘blocchi’ per raggiungere separatamente il cantiere, occupandolo per qualche minuto.

Ad aspettarli c’era uno schieramento di polizia armato fino ai denti e l’area è diventata un campo di battaglia con esplosioni e alte colonne di fumo. Poliziotti su quad hanno sparato flashballs ad altezza uomo zigzagando tra i manifestanti, innaffiandoli di lacrimogeni, mentre l’antisommossa seppelliva i cortei sotto le famigerate granate di ‘dispersione’. In fiamme almeno tre mezzi della polizia. Gli organizzatori hanno contato 200 feriti, una quarantina gravi, tra i quali 3 «in pericolo di vita e altri 3 in stato d’incoscienza», secondo un comunicato. «Una violenza terrificante, al netto del fatto che la polizia era li per proteggere un cratere vuoto». Sempre secondo gli organizzatori 16 sarebbero gli agenti feriti, uno in modo grave.

È la seconda azione in pochi mesi organizzata dai movimenti ecologisti e le federazioni di contadini contro il progetto, finanziato al 70% dallo stato francese.
L’oggetto del contendere sono degli enormi laghi artificiali, il cui obiettivo sarebbe la ritenzione dell’acqua in inverno per sopperire ai bisogni dell’irrigazione d’estate. Progetti faraonici che si stanno moltiplicando in particolare nella Francia del sud-ovest, dei quali quello di Sainte-Soline è uno dei più vasti.

Questi giganteschi laghi di plastica vengono riempiti pompando l’acqua dalle falde sotterranee, intaccando lo stock d’acqua naturale della regione. Nella stessa regione, negli ultimi decenni, l’agri-business ha promosso la coltivazione intensiva di mais a scapito di altre attività, cosa che ha ulteriormente ridotto le zone umide a disposizione.
«È un sistema irrazionale e obsoleto», ha scritto l’esperto in agro-ecologia Olivier Hébrard su Le Monde, lo scorso gennaio. Un sistema che «da parecchi anni accentua vistosamente i fenomeni di siccità nelle regioni agricole».

Dopo la prima grande manifestazione dello scorso ottobre, il collettivo Les Soulèvements de la Terre aveva invitato a organizzare «azioni di disobbedienza al fine di interrompere i cantieri in corso». «Questi crateri giganti incarnano il mantenimento costi quel che costi di un’irrigazione eccessiva e di un modello agro-industriale che schiaccia i contadini e le contadine e che distrugge gli habitat naturali».

Negli ultimi anni contadini e movimenti ecologisti hanno portato la battaglia contro i bacini idrici in tribunale, uscendone spesso vittoriosi: senza precipitazioni naturali le riserve del sottosuolo non possono ricostituirsi, i costi previsti sono fuori scala (60 milioni di euro per il solo bacino di Sainte-Soline), i rischi di contaminazione batterica sono troppo elevati, così come i danni potenziali ai delicati ecosistemi acquatici della regione.

Inoltre, secondo i movimenti, i bacini idrici andranno a beneficio di una manciata di grandi agricoltori

* Fonte/autore: Filippo Ortona, il manifesto



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