Banda larga Rivoluzione dall’alto

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I costi possono essere anche 18 volte superiori nelle aree isolate, rispetto a quelle urbane: secondo uno studio dell’Association de Régions de France, il costo medio per famiglia per installare la fibra ottica è di 400 euro per le aree urbane ma sale a settemila per quelle isolate.
In Italia oltre 1,7 milioni di case non viene raggiunto dalla banda larga e quasi tre milioni hanno un accesso che non arriva a 2 Mbps. Stando al primo rapporto sull’innovazione nell’Italia delle Regioni (Riir) circa il 14 per cento degli italiani si collega a internet usando la banda stretta, in Molise si sale addirittura al 26 per cento. In Basilicata solo il 34 per cento delle famiglie ha una connessione adsl. Drammatica è la situazione delle zone rurali e montane dove spesso la banda larga è praticamente un miraggio, con livelli di copertura al di sotto del 50 per cento. Tra l’altro c’è da dire che quella che viene definita banda larga in verità  nel nostro paese è una “finta” banda larga perché vincolata a un’infrastruttura di telecomunicazioni vecchia e obsoleta, non funzionale al portare nella case servizi di qualità . La fibra ottica è ancora una mosca bianca: l’Italia, con il suo 1,55 per cento di penetrazione domestica e i suoi 348mila abbonati, si colloca penultima nella classifica mondiale in tema di fiber to the home (dati 2011 Fiber to the home Council Europe), tallonata dalla Turchia e surclassata da Francia, Portogallo, Repubblica Ceca, paesi scandinavi e repubbliche baltiche. Senza parlare di Corea del Sud, Giappone, Taiwan, Emirati Arabi Uniti, Hong Kong, nella top list mondiale.
Un’Italia quindi in triste controtendenza rispetto al resto d’Europa, che sta marciando a ritmi serrati verso l’obiettivo della Commissione europea di portare internet a 30 Mbps nelle case europee entro il 2013. L’Italia rimane sotto la media europea per diffusione di banda larga (83 per cento contro l’87 dell’Ue) e per utilizzatori abituali del web (48 per cento contro la media europea del 65 per cento). C’è addirittura una fetta cospicua di popolazione (41 per cento)che non è mai entrata in Rete. C’è da dire però, che in Italia si naviga e si telefona tanto usando dispositivi mobili, più che nel resto dell’Unione – primato riconosciuto dalla Commissione Ue – con una penetrazione del mobile del 154 per cento e soprattutto della banda larga mobile, che a gennaio del 2011 ha superato quota 10 per cento, mentre la media dell’Ue è del 7,3. E quella della banda larga via radio potrebbe essere una soluzione per portare internet veloce anche nelle zone dove non conviene investire in cablaggi, insieme ad altre soluzioni come internet via satellite e le next generation network (ngn, reti di nuova generazione).
Staremo a vedere se in un futuro non troppo lontano si riuscirà  a fare una video-chiamata su Skype senza vedere il volto a scacchi del nostro interlocutore. È inutile avere a disposizione tanti servizi online, dalla tv in digitale alla videochiamata, se poi non c’è l’autostrada per farli viaggiare.


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