Maxi-udienza per le cariche ai senza casa

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Si è pronunciato solo in tarda serata, al termine di una formalità  durata l’intera giornata invece delle solite due ore (o meno), il giudice che doveva decidere se convalidare o no gli arresti: domiciliari per il sindacalista Paolo Di Vetta, libertà  per gli altri tre. 
Quella di venerdì era una delle tante proteste che attraversano le città  di questi tempi. Slogan e striscioni di buon senso («invece della tav costruite case popolari, lavoro e welfare»), il carattere pacifico ampiamente dimostrato dal video subito postato su Youtube. Si vedono un centinaio di persone davanti al portone, tranquille, Paolo Di Vetta – dirigente Usb – che parla al megafono. Poi, da dentro il Cipe, esce un plotone di poliziotti che manganella chiunque si trovi davanti. Pausa, discussioni, i manifestanti si siedono per terra. Il seguito lo si vede nelle foto. Gente sollevata di peso, mani alzate, ancora manganellate e infine il sindacalista a terra dolorante, con sopra alcuni agenti. Di Vetta, inizialmente ricoverato al pronto soccorso dell’ospedale Santo Spirito, è stato poi «tradotto» al Commissariato Trevi prima di essere nuovamente spostato nella questura centrale di via Genova.
C’era Mario Monti 
Tanta «determinazione» sembra dovuta alla presenza di Mario Monti nella riunione del Cipe che doveva decidere sulle «compensazioni», chieste dal presidente del Piemonte, Roberto Cota, per ammorbidire la resistenza almeno degli amministratori locali della Val Susa. Non è un momento facile per il governo, e il nervosismo avrebbe contagiato anche i vertici della «piazza romana». Per questa carica immotivata sono stati effettuati quattro arresti tra i manganellati, tra cui lo stesso Di Vetta, mentre 37 attivisti sono stati denunciati. Solite accuse di resistenza, finalizzata a non far identificare tutti i presenti. Ieri mattina l’udienza, rallentata inizialmente dalla necessità  di trovare almeno tre traduttori (arabo, spagnolo, rumeno), visto che tre degli arrestati sono stranieri. Non si trattava di un normale dibattimento, il giudice ha acquisito i video e le fotografie, ma non ha ascoltato i testimoni presentati dalla difesa. Le domande sono state poste solo ad alcuni funzionari e agenti di Ps presenti sul posto, e il magistrato ha dovuto far notare si stavano contraddicendo tra loro. 
Ieri il tribunale è rimasto presidiato da centinaia di militanti dell’Usb, dei Blocchi precari metropolitani, del Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa, di alcuni centri sociali. Il consigliere regionale della Federazione della Sinistra Fabio Nobile e il parlamentare dell’Idv, Stefano Pedica, presenti ai fatti, si sono offerti di testimoniare sul carattere violento e ingiustificato dell’arresto dei 4 attivisti. Pesante anche la presenza di agenti in assetto antisommossa. Sta diventando una costante, a conferma della parole pronunciate da uno dei massimi dirigenti della questura: «Il dialogo è finito». Anche la lunghezza dell’udienza sembra dipendere dalla consapevolezza che – in qualche modo – «farà  precedente» in una fase tutta nuova. C’era Mario Monti


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