“Scuola ridotta di un anno, al diploma in anticipo”

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ROMA — Tra le priorità  del prossimo governo dovrà  esserci la riduzione di un anno della durata del percorso scolastico. È questo l’auspicio che il ministro Francesco Profumo ha scritto nell’atto di indirizzo sulle priorità  politiche per il 2013 del ministero del-l’Istruzione, dell’università  e della ricerca. «Occorre superare — scrive Profumo — la maggiore durata del corso di studi procedendo alla riduzione di un anno, in connessione anche alla destinazione delle maggiori risorse disponibili per il miglioramento della qualità  e della quantità  del-l’offerta formativa, ampliando anche i servizi di istruzione e formazione ». Il tutto per «adeguare la durata dei percorsi di istruzione agli standard europei». Nei mesi scorsi Profumo avrebbe anche messo in piedi una commissione con l’incarico di studiare le ipotesi di riduzione del percorso scolastico. Da 13 a 12 anni. Ma il ministero non ha mai confermato l’indiscrezione.
Alla fine degli anni Novanta fu Berlinguer a tentare la strada dell’accorciamento — compattando in un unico ciclo scuola elementare e media, con una durata di sei anni, e ampliando la scuola secondaria ad altri sei, suddivisi in due trienni — ma poi, travolto dalle contestazioni, non fece in tempo a vedere realizzato il suo progetto perché il secondo governo D’Alma cadde e arrivò Giuliano Amato, con un esecutivo tecnico.
«Mettere mano alla riforma degli ordinamenti è semplicemente assurdo», sbotta a proposito della proposta di Profumo, Francesco Scrima, segretario nazionale della Cisl scuola. «La scuola non ha bisogno di ulteriori interventi strutturali perché non ha ancora assorbito le riforme recenti. E poi chiediamo: meglio arrivare prima o arrivare più preparati? Non mettiamoci a scimmiottare quello che avviene in Europa senza sapere dove tagliare. Creiamo piuttosto le migliori condizioni di vivibilità  nelle scuole per lavorare al meglio».
In Europa, il percorso scolastico dura da 12 a 13 anni. In Francia e Inghilterra i ragazzi concludono il loro percorso all’età  di 18 anni, i liceali tedeschi a 19, ma in Finlandia, nazione presa a esempio per le eccezionali performance dei quindicenni nei test internazionali, il periodo di scolarizzazione — materna esclusa — dura 13 anni e i ragazzi escono dal liceo quando ne hanno 19. «L’esito del voto ha dato una chiara indicazione: le proposte del ministro Profumo non possono essere tenute in alcuna considerazione — dichiara Francesca Puglisi, responsabile Scuola del Pd — Dopo i tagli e le riforme contraddittorie calate dall’alto in questi anni, il prossimo ministro
dell’Istruzione ha un unico dovere: restituire alla scuola risorse, stabilità , fiducia. Serve una costituente della scuola pubblica. E poi, nemmeno gli studenti sembrano convinti che accorciare la durata degli studi, possa giovare alla loro formazione».
Si schiera invece in difesa dell’intervento del ministro, Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione nazionale presidi «La disparità  tra il percorso scolastico in Italia e quello nelle maggior parte delle nazioni europee rende auspicabile una riduzione della durata dell’età  di uscita dal percorso scolastico», spiega Rembaldo. «Ovviamente, per le modalità  occorrerà  discuterne col prossimo governo. Le ipotesi più accreditate al momento sono due: anticipare l’avvio del percorso a cinque anni oppure ridurre di un anno la durata degli studi superiori. Ma una riduzione che consenta ai giovani italiani di uscire dalla scuola a 18 anni è necessaria».


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