La strage di Odessa, le bugie di Majdan

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Secondo alcuni testi­moni, il rogo della sede dei sin­da­cati di Odessa, avrebbe cau­sato molti più morti dei 46 uffi­ciali. Di sicuro si è trat­tato dell’avvenimento più tra­gico, da quando il con­flitto tra Kiev e i filo­russi dell’est è ini­ziato. Un evento acca­duto in una città che fino a quel momento non era stata al cen­tro degli scon­tri. Quanto avve­nuto a Odessa è stato ripreso nell’immediatezza dei fatti da quasi tutti i media del mondo, ma pochi giorni dopo ha finito per essere quasi dimen­ti­cato, forse sopraf­fato dalla cro­naca e dalle dina­mi­che degli eventi, che met­tono in grave imba­razzo Kiev e tutti quanti hanno — fin dall’inizio — dipinto la «rivo­lu­zione» di Maj­dan come roman­tica ed eroica.

La verità è che a Odessa è suc­cesso qual­cosa di molto grave, anche per­ché come dimo­strano imma­gini e video, l’attacco è stato effet­tuato con­tro espo­nenti filo­russi, che ave­vano creato nello spa­zio anti­stante il palazzo dei sin­da­cati una sorta di accam­pa­mento del tutto paci­fico. Dalle imma­gini di cui siamo a dispo­si­zione, e si tratta di riprese piut­to­sto chiare per quanto riguarda la rico­stru­zione degli eventi, si può affer­mare che il pre­si­dio di fronte al palazzo dei sin­da­cati fosse di per­sone comuni e non armate, come è capi­tato invece di vedere in altre zone del paese negli scorsi giorni. La noti­zia del rogo è stata fin da subito descritta con toni tra­gici, glis­sando però su respon­sa­bi­lità e protagonisti.

I media — spe­cie quelli ita­liani — si sono imme­dia­ta­mente fidati della ver­sione di Kiev. Il governo auto­pro­cla­mato di Maj­dan ha fin da subito affer­mato che l’incendio poteva essere stato cau­sato dagli stessi filo­russi. In seconda bat­tuta si è detto che forse le cose non erano così chiare: le respon­sa­bi­lità erano sia dei filo­russi, sia, forse, anche di chi si era scon­trato con loro, lasciando inten­dere che die­tro i «sepa­ra­ti­sti» ci fosse la pre­senza di Mosca, desi­de­rosa di avere un caso dram­ma­tico, su cui basare un’eventuale inva­sione. Nella rico­stru­zione pesano tutte le parole, sia quelle di Kiev, sia quelle dell’ambasciatore ame­ri­cano in Ucraina.

Pro­prio lui, infatti, ha spe­ci­fi­cato che non ci sono «prove» circa una respon­sa­bi­lità russa nel mas­sa­cro di Odessa. Non solo, per­ché Geof­frey Pyatt — che ha detto que­ste cose alla Cnn, non alla russa Rt — ha anche spe­ci­fi­cato che «la cosa peg­giore sareb­bero le prove dei video; que­ste dimo­stre­rebbe una grave respon­sa­bi­lità della poli­zia nell’incendio e nell’incapacità di gestire la situazione».

Cos’è suc­cesso quindi? A quanto si sa, tutto sarebbe nato da un cor­teo degli ultras del Cher­no­mo­rets Odessa, uniti a espo­nenti del gruppo nazi­sta di Set­tore Destro, che avreb­bero cari­cato i mani­fe­stanti nelle tende di fronte al palazzo dei sin­da­cati. Alcuni video, che ripren­dono dall’alto la scena, dimo­strano quanto acca­duto: si vedono i ten­doni, verdi; poi sulla destra spunta una massa di per­sone, con ban­diere ucraine. Sem­brano arri­vare di corsa e attac­cano quanti sta­vano sulla piazza.

Le imma­gini suc­ces­sive dimo­strano l’inizio dell’incendio nella piazza: i ten­doni vanno a fuoco, le per­sone scap­pano, molti di loro si rifu­giano all’interno del palazzo. Nei pressi, nel frat­tempo cosa suc­cede? Poco prima, imma­gini dimo­strano che alcune ragazze, pre­su­mi­bil­mente atti­vi­ste pro Maj­dan, pre­pa­rano — quasi in catena di mon­tag­gio — le bot­ti­glie molo­tov. I video che sug­gel­lano i momenti ter­ri­bili in cui il palazzo prende fuoco, met­tono in evi­denza alcuni ele­menti: da fuori ha ini­zio una piog­gia di bot­ti­glie molo­tov con­tro il palazzo, men­tre dall’interno si vedono divam­pare le fiamme.

Nel frame di un video on line, un poli­ziotto è intento a spa­rare alle per­sone che dalle fine­stre cer­cano un modo per sfug­gire al rogo. Si but­tano giù, non vedono altra solu­zione. Altre imma­gini dimo­stre­reb­bero inol­tre la par­te­ci­pa­zione di mili­zie di Set­tore Destro: tanto fuori dal palazzo (si distin­guono per una fascia rosso nera al brac­cio), tanto in cima al palazzo (dove si ritro­vano per­sone con la stessa fascia).

Quest’ultime spa­rano su chi, intrap­po­lato, prova a sca­gliarsi fuori dal palazzo. Anche altre per­sone spa­rano e secondo alcune rico­stru­zioni si trat­te­rebbe di atti­vi­sti pro Maj­dan. In rete per altro, frange neo­na­zi­ste hanno par­te­ci­pato alla dif­fu­sione di imma­gini al riguardo. E nei mes­saggi c’è una piena riven­di­ca­zione del mas­sa­cro. Uno di loro scrive: «Bravo Odessa, vero spi­rito ucraino! Lascia i dia­voli bru­ciare all’inferno».

Una testi­mo­nianza par­ti­co­lar­mente impor­tante è stata quella di Tatiana Iva­nanko, soprav­vis­suta alla strage. All’emittente russa Rt ha rac­con­tato i momenti ter­ri­bili dell’attacco, della fuga e un par­ti­co­lare incre­scioso, che gira da molto tempo, spe­cie su inter­net. Chi ha attac­cato i filo­russi, avrebbe anche «finito» alcuni di loro, soprav­vi­suti, con mazze e armi da fuoco.


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