Dall’Europa due miliardi all’Africa per rimpatriare i migranti irregolari

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LA VALLETTA. Due miliardi ai paesi africani in cambio di collaborazione nel contrasto all’immigrazione clandestina. E’ con questa idea che ieri sessantatré capi di Stato e di governo europei ed africani sono arrivati a Malta per un vertice che si è protratto fino a tarda sera e che proseguirà oggi. Una giornata chiamata a segnare un punto di svolta nei rapporti tra i due continenti è stata però funestata da una serie di notizie drammatiche proprio sul fronte immigrazione.
In Turchia un barcone carico di profughi è naufragato con un tragico bilancio: quattordici morti, tra cui sette bambini. Intanto la Slovenia ha iniziato la costruzione di una barriera di filo spinato lunga ottanta chilometri al confine con la Croazia mentre la Svezia, regina dell’ospitalità insieme alla Germania, è stata costretta a ripristinare in via provvisoria i controlli alle frontiere per rallentare l’afflusso di richiedenti asilo che «minaccia l’ordine pub- blico» dopo l’arrivo di 190 persone da inizio anno. Anche a Berlino non finiscono le polemiche per la politica delle porte aperte di Angela Merkel: ieri il portavoce del governo ha dichiarato che la Cancelliera non era stata preventivamente informata dal ministro dell’Interno Thomas de Maiziere, contrario all’accoglienza per tutti, del ripristino dei controlli previsti dagli accordi di Dublino.
A La Valletta l’Europa cerca la svolta politica con l’Africa per darle, come ha detto al suo arrivo la Merkel, «un nuovo futuro». Dunque 1,8 miliardi messi sul piatto dalla Commissione al quale (per ora) si sommano appena 100 milioni versati dai governi per la cooperazione. Progetti di sviluppo per evitare le partenze, reinserimenti e lotta ai trafficanti. In cambio gli europei chiedono ai governi africani, questo il tema cruciale discusso nella fortezza di Sant’Elmo, di aprire le porte ai rimpatri dei migranti che non hanno diritto all’asilo politico. D’altra parte molti leader africani temono che l’aumento dei rimpatri faccia crollare il flusso delle rimesse, fondamentali per le economie locali. Gli europei – sul punto hanno speso parole chiare Merkel e Mogherini – hanno risposto garantendo di favorire i migranti legali, studenti o lavoratori stagionali, per compensare le perdite.
L’accordo sul piano d’azione proposto dagli europei sarà firmato in mattinata dai leader e prevede anche la creazione di centri per la selezione dei rifugiati nei paesi di origine e transito, missioni di funzionari africani in Europa per verificare aiutare ad identificare le nazionalità dei migranti irregolari da rimpatriare e l’aiuto europeo ad aiutare, anche economicamente, i paesi africani impegnati nelle riammissioni.
Matteo Renzi ha chiesto «uno sguardo nuovo verso l’Africa » assicurando l’impegno italiano anche in vista della presidenza del G7 del 2017.
Se a Malta ieri si è discusso di Africa, sempre sull’isola oggi i Ventotto terranno un summit Ue per tirare le file sulla strategia interna che non funziona a causa del ritardo della ridistribuzione dei rifugiati arrivati in Italia e Grecia. Si parlerà anche della creazione di nuovi centri di smistamento sulla rotta balcanica, anche nei paesi esterni all’Ue, dove stabilire chi può entrare in Europa come asilante e chi deve essere rimpatriato in modo da alleggerire la pressione alle frontiere interne ed esterne dell’Ue. Cruciale sarà anche il dibattito sulla Turchia, Paese chiave per gestire i flussi con due milioni di profughi sul suo territorio: gli europei propongono due miliardi di euro in cambio della collaborazione di Erdogan, ma si cerca una nuova strategia politica complessiva con Ankara in vista del G20 di domenica, che sarà ospitato proprio dalla mezzaluna.


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