Terrore in Israele cinque morti in poche ore “È come Parigi”

Terrore in Israele cinque morti in poche ore “È come Parigi”

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GERUSALEMME. L’Intifada dei “coltelli” è diventata anche l’intifada delle “pistole” e ha ucciso ieri il maggior numero di israeliani dall’inizio di questo ciclo di violenze. Cinque persone sono state assassinate in due diversi attacchi, portati sempre da “lupi solitari” palestinesi che hanno riportato il livello di allarme – dopo una settimana di relativa calma – al massimo livello.
In un commento a caldo il premier Benjamin Netanyahu ha paragonato l’ondata di attacchi contro cittadini israeliani – oltre cento in un mese e mezzo di violenze – agli attentati di Parigi. «Chiunque condanni gli attacchi in Francia, deve condannare anche quelli in Israele: è lo stesso terrore. Chi non lo fa è ipocrita e cieco», ha detto , «dietro questi atti di terrorismo c’è l’Islam radicale che cerca di distruggerci, lo stesso che colpisce a Parigi e minaccia tutta l’Europa».
Attacchi, quelli di ieri, che hanno subito avuto da Gaza i “complimenti” di Hamas per i due assassini palestinesi, definiti dagli islamisti “eroi”.
Le misure di sicurezza in tutto il Paese nelle ultime settimane sono state elevate con l’invio dei soldati nelle città accanto a migliaia di poliziotti, sono stati istituiti check-point nei quartieri arabi di Gerusalemme est, da dove sono molti degli aggressori, ma fermare gli attacchi con il coltello non è semplice. Gli assassini sono spesso giovanissimi e non legati a gruppi politici. Questo “giovedì di sangue” porta il numero degli israeliani uccisi finora a 17. Almeno 82 palestinesi sono stati uccisi dal fuoco israeliano, 52 erano “pugna-latori”, il resto sono morti in scontri con l’esercito.
Il primo “lupo solitario” ha colpito ieri nel primo pomeriggio a sud di Tel Aviv, in un centro commerciale che ospita anche una sinagoga. Il cameriere palestinese di un ristorante impugnando un coltello in uno dei corridoi ha ferito a morte due persone, un terzo è stato ferito lungo le scale. L’uomo è stato poi bloccato da un civile e una guardia di sicurezza che lo hanno tenuto in custodia fino all’arrivo della Polizia. Il palestinese, Raed Khalil bin Mahmoud di 36 anni di un villaggio vicino Hebron, aveva ottenuto il permesso temporaneo di lavoro in Israele solo un mese fa. Come sempre in questi casi la Polizia svolge una seria investigazione prima di rilasciare il permesso. Ma l’uomo era risultato “pulito” così come il ramo familiare principale, nessun indizio faceva sospettare le sue intenzioni. Sono oltre 55.000 i palestinesi che hanno un permesso di lavoro in Israele, altrettanti i “clandestini” che lavorano in nero.
Il secondo assassino che ha consumato la sua carneficina alle porte dell’insediamento colonico di Gush Etzion che si trova cinque chilometri a sud di Gerusalemme lungo la strada per Betlemme, è uscito di casa con l’intenzione di uccidere, armato di una mitraglietta Uzi. Arrivato con la sua auto all’incrocio stradale che porta verso Gush Etzion ha aperto il fuoco a raffica sulle auto bloccate nel traffico: tre i morti e una decina i feriti di questa sparatoria. Fra le vittime un uomo con doppia nazionalità israeliana e americana e un cittadino palestinese che rientrava dal lavoro. Anche in questo caso l’assassino è stato ferito e bloccato da un civile armato prima dell’accorrere dei soldati dal vicino check-point.


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