Il piano Merkel, rispediti a casa il 30% in più
Sono in aumento del 31% i rimpatri di migranti arrivati in Germania ma riportati nei paesi di origine, soprattutto per via aerea. Nella prima metà dell’anno ci sono state sono state 13.743 operazioni di rimpatrio e sono state compiute «per tre quarti» nei Balcani occidentali, dichiarati paesi di provenienza sicuri.
Un numero crescente di espulsioni avviene sotto forma di rimpatri «coordinati» da Frontex, l’Ue o la polizia federale tedesca: nel 2015 questo tipo di operazioni coprivano il 17% totale mentre nel primo semestre di quest’anno la quota è salita al 74%.
Aumentano anche le cosiddette «uscite volontarie»: 30.553 persone hanno lasciato la Germania usufruendo del «programma di ritorno» dello Stato federale e delle Regioni. Un’operazione finanziata con fondi dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM) con un budget di 10.1 milioni di euro per il 2016. Nel 2015 più di 37.000 rifugiati ne hanno già usufruito.
La somma erogata al richiedente varia in base al suo Paese di origine: per Afghanistan, Iraq, Etiopia, Eritrea, Nigeria, Pakistan e Ghana è previsto un massimale di 500 euro a persona, per la Siria di 300 euro. Quasi un terzo delle «uscite volontarie» (più di 9.000) sono tornate in Albania, seguite dall’Iraq (3.322, in aumento rispetto alle 724 del 2015) e l’Afghanistan (2.305 rispetto a 309).
Circa i respingimenti alla frontiera, 255 sono stati motivati con una «minaccia alla sicurezza», una formula che comprende anche «rischi per la salute» pubblica, che quindi non consente di desumere quanti siano stati i sospetti terroristi.
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