Classi troppo affollate e il rischio di perdersi

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Una volta, fino a una quarantina di anni fa succedeva normalmente e senza scandalo: bisogna, però, pensare che a quell’epoca c’era l’abitudine di dividere i bambini in classe secondo il profitto, i più bravi nella prima fila di banchi, quelli così così nella seconda e gli asini nell’ultima, dove, più o meno abbandonati a se stessi, continuavano a restare indietro, tanto che il divario tra loro e i compagni bravi non faceva che aumentare.
Soltanto con il passare del tempo si è voluto capire che un bambino di sei anni, per quanto asino e ribelle, ha così tante potenzialità  che, se seguito con affetto e attenzione, può diventare in pochi mesi il primo o poco meno: una spugna allo stato naturale, capace di assorbire la lezione come tutti gli altri suoi coetanei. È per questo che la bocciatura della bambinella ischitana ci mette o dovrebbe metterci a disagio.
Nel conflitto insegnanti-genitori che ne è seguito, i primi hanno, ovviamente, sostenuto che, per il bene della piccola, perché non dovesse continuare a sentirsi sempre l’ultima, ripetere la classe era la soluzione migliore, mentre i secondi hanno lamentato la poca attenzione che a scuola circondava la loro figlia: sempre in fondo alla classe, già  segnata in prima elementare e ora anche umiliata di fronte ai compagni a causa della bocciatura. Si sa che le classi non sono più quelle dei tempi d’oro quando il limite massimo consentito era di venticinque alunni, e si sa che il ritorno al maestro unico può essere, sì, una condizione che piace a molti, alunni come genitori, ma tende a rendere più difficile il lavoro delle maestre che, in qualche caso, rimangono sole a governare ben più di trenta scolari.
Numerosi sono coloro che a questo punto obiettano: anche in passato le maestre erano uniche eppure se la sbrigavano con classi affollatissime. Vero, però sappiamo bene che bambini di un tempo erano assai più rispettosi dell’autorità  dei loro coetanei di oggi. Di sicuro c’è che nei meandri del sistema scolastico, a metà  strada tra vecchio e nuovo, tra riforma e controriforma, la piccola ischitana senza nome è rimasta incastrata.


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