«Pressioni anti Santoro» Indagato il premier

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ROMA — L’accusa, adesso, è di abuso d’ufficio. È questa la contestazione mossa a Silvio Berlusconi per le pressioni dirette, verso la fine del 2009, a bloccare Annozero. Dopo che il Tribunale dei ministri ha cancellato la concussione, ipotizzata dalla Procura di Trani, quella di Roma ha iscritto il presidente del Consiglio per il reato meno grave. E, con lui, l’ex commissario dell’Agcom Giancarlo Innocenzi e l’ex direttore generale della Rai Mauro Masi. Non più vittime del premier ma corresponsabili di quel pressing che aveva stupito perfino Masi: «Pressioni così nemmeno in Zimbabwe!» .
Le carte dell’inchiesta, nella primavera del 2010, erano state trasmesse da Trani a Roma perché era nella capitale che Berlusconi, con 18 telefonate, aveva tentato di ottenere la sospensione della trasmissione di Michele Santoro. «Dicono così tante cose contro di me… sono una fabbrica di fango» , si era lamentato una volta il premier con il commissario dell’Agcom. Nei mesi successivi il procuratore Giovanni Ferrara e l’aggiunto Alberto Caperna (con i pm Roberto Felici e Caterina Caputo) hanno inviato due volte gli atti al Tribunale dei ministri e due volte li hanno riavuti indietro. L’ultima venerdì scorso.
I giudici di via Triboniano hanno archiviato le accuse contestate dalla Procura di Trani e ribadite da quella di Roma, cioè la concussione e la minaccia a un corpo amministrativo, politico o giudiziario (in questo caso all’Autorità  per le garanzie nelle comunicazioni); hanno ipotizzato l’abuso d’ufficio; hanno stabilito che la competenza è della magistratura ordinaria perché Berlusconi, nelle telefonate a Innocenzi, non ha agito nelle funzioni di presidente del Consiglio. In un vertice serale, la Procura della capitale ha deciso di seguire la strada «suggerita» dal Tribunale dei ministri. Ma le iscrizioni per abuso d’ufficio sono solo il primo passo. E si aprono tre possibili scenari.
Da una parte, non è esclusa (ma è improbabile) una richiesta d’archiviazione.
 Dall’altra, i magistrati romani potrebbero chiedere alla Camera l’autorizzazione all’uso delle intercettazioni oppure concludere subito l’inchiesta con il deposito degli atti. Scelta, quest’ultima, che sarebbe preliminare a una richiesta di rinvio a giudizio. In ogni caso, la Procura non avrebbe intenzione di convocare né Berlusconi né gli altri due indagati. Al contrario, l’avvocato Marcello Melandri è pronto a sollecitare l’interrogatorio di Innocenzi, già  sentito come testimone. Pronto a costituirsi parte civile l’Usigrai, il sindacato dei giornalisti di viale Mazzini.


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