La Bce alimenta l’euforia

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 A volte basta una dichiarazione di buone intenzioni per far scattare le borse. E’ successo ieri dopo che la Merkel aveva garantito che la Germania è intenzionata a sostenere la Grecia. Ma a dare carburante ai mercati borsistici è soprattutto la convinzione che nei primi giorni di ottobre la Bce ridurrà  i tassi e, al tempo stesso, lancerà  aste di rifinanziamento, a tasso fisso, del sistema bancario. Un finanziamento di importo illimitato, secondo quanto dichiarato da Francoforte e con scadenza addirittura a un anno. Insomma, il default della Grecia per ora sembra allontanarsi e il sistema finanziario sarà  affogato di liquidità  con la speranza che ne riversi un po’ sul sistema produttivo. E, ieri, a scalfire l’ottimismo dei mercati non è bastato neppure il declassamento del gruppo francese Groupama da parte di Fitch. Oltretutto con outlook negativo.

Per le borse europee è stata una giornata quasi trionfale: i listini europei hanno chiuso la seduta in volata spinti dalle scommesse degli operatori su una soluzione alla crisi del debito. I bancari hanno trainato Francoforte (+5,29%), Parigi (+5,74%) e Londra (+4,02%). A Piazzaffari, il Mib (l’indice delle maggiori 40 società  quotate) ha fatto un balzo del 4,9%, mentre l’indice generale è salito del 4,69%. Come leggere questo balzo delle borse? Varie le letture. In primo luogo secondo gli analisti le quotazioni erano scese troppo in basso e questo ha spinto molti a comprare; poi sembra ci sia stato l’esaurirsi della spinta ribassista legata alle vendite allo scoperto che avrebbe spinto la speculazione a ricoprirsi (cioè acquistare) portando a casa parecchi soldi. Infine, c’è la speranza che la nuova ondata di soldi da parte della Bce serva dare un po’ di slancio al sistema finanziario e, indirettamente al sistema produttivo, tamponando, almeno momentaneamente, il precipitare della crisi Greca. Assieme alle borse del Vecchio continente, ieri ha ripreso fiato anche l’euro che è risalito sopra quota 1,36 sul dollaro. E’ una dimostrazione che nella percezione degli operatori il rischio euro sta diminuendo e quindi è possibile investire in azioni e obbligazioni dei paesi della moneta unica.
Una conferma del miglioramento del clima si è avuta all’asta di ieri dei titoli del debito pubblico dell’Italia. Il Tesoro ha collocato Bot e Ctz per 14,5 miliardi a fronte di una domanda (27,5 miliardi) molto sostenuta. Oggi si replica con una asta di Btp decennali indicizzato all’inflazione dell’Eurozona (tra 500 e 750 milioni) mentre domani ci sarà  il collocamento di Btp e CcTeu per un massimi 9 miliardi di euro. Ovviamente i rendimenti sono saliti: in generale allineandosi a quelli del mercato. I semestrali sono stati collocati con un rendimento medio ponderato semplice del 3,071%, in rialzo di 0,931 punti rispetto all’asta precedente e ai massimi dal settembre del 2008. In aumento, anche il rendimento del nuovo Ctz scadenza 30/09/2013: la prima tranche è stata collocata con un tasso lordo semplice del 4,511%, in rialzo di 1,102 punti rispetto al precedente collocamento (top da luglio 2008). Collocati anche 3 miliardi di Bot trimestrali con durata residua di 72 giorni con un rendimento lordo dell’1,808%.
Contemporaneamente si è un po’ attenuata la pressione sul mercato del debito: lo spread tra Btp e Bund decennali è sceso a 368 punti contro 384 punti della chiusura di ieri con rendimento del decennale italiano in discesa al 5,5% dal 5,6%. Giù anche i Cds (credit-default swap), che sulla scadenza quinquennale hanno ceduto 28 centesimi a 475 punti. In calo anche gli spread di Irlanda (672), Portogallo (1012) e Spagna (322), mentre in Grecia c’è stato un nuovo aumento a 2.236,8 punti.
Tornando alla Grecia, ieri George Papandreou parlando alla Confindustria tedesca ha garantito che Atene darà  piena esecuzione al programma di austerità  presentato a fronte del piano di salvataggio da 110 miliardi di euro e ha ribadito che il paese raggiungerà  il surplus di bilancio l’anno prossimo. In serata Papandreou ha incontrato la Merkel.
Intanto, riforme strutturali» in Italia, Spagna e Grecia sono state richieste da Wolfgang Schauble nel corso di una conferenza a Berlino. Per il ministro tedesco delle finanze «il consolidamento è la precondizione per qualsiasi soluzione europea». E ha insistito sul fatto che «la solidarietà  europea non può sostituire gli sforzi dei governi per migliorare la propria economia».


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