La Val di Susa resta umana

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Nell’assemblea di ieri sera a Bussoleno un bilancio dell’ultima settimana, per indicare il percorso da seguire nei prossimi giorni Cronaca di una domenica intensa. Polenta, clown e tenaglie a ridosso del non-cantiereIl traliccio è quello da cui era precipitato Luca pochi giorni prima: Turi Vaccaro, dopo un’intera notte fredda e piovosa è finalmente sceso. Ogni suo gesto ha un grande valore e anche questo lascerà  una traccia che la valle non dimenticherà . L’assemblea di ieri sera a Bussoleno parte dall’arrampicata di Turi e prova a fare un bilancio di un’intera settimana per indicare il percorso dei prossimi giorni. 
Si è trattato di una settimana importante che ha segnato una svolta: la valle ha risposto alla grande e sulla sua scia si è mosso l’intero paese. Qualcosa è cambiato, e anche in molte città  oltre confine sono giunti gli echi di ciò che stava succedendo in Valsusa. Chi non vuole ascoltare e vede solo problemi di ordine pubblico è semplicemente un irresponsabile.
Tra le proposte di maggior rilievo c’è quella di uno sciopero generale locale: come quello del 2005 in cui tutta la valle si era bloccata. I sindacati di base sono disponibili a indirlo anche oggi, potrebbe avere dimensione provinciale, nei prossimi giorni si faranno altre verifiche per garantire una sua riuscita ampia.
Alle proposte di sensibilizzazione di cittadini al momento poco coinvolti si alternano proposte di occupare pacificamente luoghi simbolici della valle per rendere ancora più visibile la protesta. E torna il tema della repressione e della situazione insostenibile in cui vivono alcuni colpiti alla fine di gennaio dalle misure cautelari, nei confronti dei quali l’accanimento ha raggiunto limiti assurdi.
Ma il tema principale è come continuare in questi giorni: da domani si programmeranno iniziative anche a medio termine ma già  da subito si torna a fare un blocco in autostrada: il bersaglio è la Sitaf, la concessionaria della A32 che mette a disposizione l’autostrada di tutti per le manovre di polizia e carabinieri e si pronuncia a favore del Tav.
La generosità  di Turi Vaccaro aveva concluso una domenica intensa: dopo le veloci incursioni ai caselli autostradali di sabato era la volta di Giaglione, dove era in programma una polentata e una passeggiata verso le reti del non cantiere. A differenza del 23 ottobre scorso in cui la marcia era stata pubblicizzata per tempo, questo appuntamento era stato annunciato un po’ in sordina e nessuno forse si aspettava che sarebbero accorse migliaia di persone. Ogni volta il popolo notav sorprende anche se stesso. Alle 13 la polenta, il sugo e tutto il resto erano finiti e molti sono rimasti a digiuno fino a sera. Gli striscioni con i disegni dei bambini appesi di fronte al nuovo presidio appena nato non lasciavano dubbi sul carattere pacifico del corteo, che cominciava a snodarsi per la stretta stradina ricordando quello dell’autunno scorso quando, armati di tenaglie, si era arrivati a ridosso del non cantiere. 
I nuovi sbarramenti sono più robusti ancora dei precedenti, e come se non bastasse non mancano rotoli di filo spinato del tipo usato da Israele per imprigionare i territori palestinesi. Mentre una Clown Army intratteneva i poliziotti a guardia del filo spinato e il grosso del corteo si fermava, un centinaio di notav saliva nei boschi aggirando a monte lo sbarramento fino ad arrivare a ridosso del torrente Clarea: al di là  c’è la baita, il traliccio e il non cantiere.
Tra gli alberi riecheggiava spesso un verso che richiamava quello di un gregge di pecore: è incredibile come parole rivolte con ironia a un carabiniere per sollecitare in lui una riflessione che lo portasse a guardare senza odio chi aveva davanti siano poi state usate per criminalizzare un ragazzo, confondendo di proposito l’ironia con la violenza (e ieri comunque Marco Bruno ha chiesto ufficialmente scusa, ndr). 
Tutti poi rientravano tranquillamente a Giaglione ricongiungendosi al corteo. Al rientro a Giaglione chi non era proprio sfinito dalla lunga comminata si univa alle centinaia di persone già  coinvolte in un allegro ballo accompagnato da musiche occitane. 
È difficile crederlo, ma sulle teste delle persone che sorseggiavano vin brulè, sulle teste dei tanti che ballavano sorridendo e dei bambini che giocavano sull’erba continuava a volteggiare un elicottero dei carabinieri. Vittorio Arrigoni invitava a restare umani: i notav raccolgono ogni giorno il suo invito e si chiedono come sia possibile che anche la loro gioia possa far paura. C’è qualcosa di paradossale in tutto ciò.
Intanto Turi si prepara per iniziare con altri un nuovo digiuno. Ci rallegriamo tutti per il fatto che il suo gesto non abbia avuto conseguenze tragiche e ci chiediamo come mai, una settimana prima, quando sul traliccio era salito Luca non era stata interrotta l’alimentazione alla linea elettrica, non si erano fermate le ruspe, non si erano posizionati teli alla base del traliccio e qualcuno era corso sul traliccio per acciuffare Luca. Qualche risposta prima o poi dovrà  pure essere data.


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