Cina Brasile Da Pechino e Rio in 27 mila: così Milano attira i creativi dei Paesi «ruggenti»

Loading

Si informano, studiano, comprano, attraversano gli stand della Fiera con passo veloce, partecipano a conferenze, inaugurano mostre, fanno affari. Sono giovani e curiosi. Motivati e intraprendenti. Designer e produttori che rappresentano una boccata di ossigeno per il sistema del mobile italiano: a Milano, per la settimana del Salone, sono arrivati 15 mila cinesi e 12 mila brasiliani. La carica dei nuovi mondi con il mito del Made in Italy
Estremi (geografici) opposti. Stessa energia. Pil in crescita e voglia di esserci. Partiamo allora dai cinesi, partner per eccellenza della città  del Mobile: dopo il successo della scorsa Beijing Design Week, nel 2012 Milano «sarà  ospite d’onore» dell’evento. Ma adesso tocca alla Repubblica Popolare: i suoi migliori designer sono in mostra allo Spazio Ansaldo (dove si tiene Meet in Milano, la rassegna di Rcs) con Slow SeatingContemporary Chinese Design, oltre sessanta progetti di sedia per riflettere sul tema del riposo e della meditazione.
Il Paese che va più in fretta e la sua lezione di lentezza. «Slow Seating — spiega Zhu Xiaojie, il curatore — rappresenta il desiderio di creare un nuovo dialogo con l’Italia partendo dalla condivisione degli stili di vita. Presentiamo la parte migliore di noi, non chiamateci copioni». Appello accolto ieri sera all’Ansaldo: prima del party con i protagonisti dell’evento, sono intervenuti l’assessore milanese Stefano Boeri («la Cina è un mercato fondamentale: dobbiamo impegnarci a capirla, senza pregiudizi, e insistere con l’internazionalizzazione»), Zhu Shilong, direttore del comitato Scienza & Tecnologia di Pechino, Aric Chen, direttore creativo della Beijing Design Week. Vittorio Sun Ku, ceo di Rcs Cina, sembra soddisfatto: «Milano ha saputo attrarre non solo imprenditori cinesi, ma architetti e designer che si sentono liberi di esprimere la loro creatività . Chi ci guadagna di più? Tutti, ve lo assicuro».
Anche i brasiliani lo hanno capito. I dodicimila «all’attacco di Milano» hanno allestito a Palazzo dei Giureconsulti (pieno centro) la rassegna «Brazil S/A», si sono portati l’ambasciatore Luiz Henrique Pereira Da Fonseca («stiamo crescendo, e l’Italia è uno dei nostri partner di punta»), il governatore dello Stato di Acre, designer (i progetti sono in mostra), stilisti (Osklen), chef (martedì c’era anche Carlo Cracco). Andrea Bonalumi, manager di Promos (l’agenzia per l’internazionalizzazione della Camera di Commercio di Milano), spiega il perché di tale investimento: «Alleanza strategica: loro hanno le materie prime, noi il know how». Aggiunge Josè Roberto Moreira do Valle, ideatore dell’evento: «Vogliamo far conoscere il Paese e generare nuove opportunità  di impresa». Le premesse ci sono. Nel frattempo, si festeggia. Questa sera, in pieno stile carioca.


Related Articles

La sua insofferenza tradotta in lesioni formali

Loading

CVETAEVA Si definiva «fuori tempo» e lo era
La duttilità  del russo sfruttata allentando i vincoli sintattici e ricavandone nessi logici sorprendenti

La guerriglia intellettuale dai trenta-quarantenni

Loading

DOCUMENTI Editoria e spazi pubblici tra i temi trattati dai TQ

QUANDO LA CRISI SPEGNE L’EGOISMO

Loading

Il nuovo saggio di Galdo che racconta le esperienze solidali

Può esserci nella grande crisi che soffoca l’Europa e spinge gli uomini sull’orlo di inaspettate povertà  una positiva conseguenza: la fine dell’egoismo. La bolla immobiliare, la speculazione finanziaria e la gestione dissennata delle nostre città  hanno evidenziato l’esclusione del noi.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment