La 7, slitta la vendita a Urbano Cairo

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MILANO — Telecom Italia Media prende ancora tempo prima di firmare l’accordo definitivo che suggellerà  la vendita della 7 a Urbano Cairo. Il gruppo televisivo starebbe infatti discutendo con il suo concessionario alcuni punti cruciali del contratto che riguardano le garanzie che Cairo deve fornire sulla continuità  aziendale (con una sorta di impegno di lock up); i termini di un’eventuale penale richiesta dall’imprenditore nel caso AgCom dovesse decretare la perdita del numero 7 sul telecomando e l’accordo su un centinaio di dipendenti oggi in carico alla tv. Dovrebbero rimanere invece a libro paga della società  controllata da Telecom Italia. Questo punto dell’accordo è il più delicato, e dipende da un’altra variabile. Ovvero se Ti-Media — prima di firmare la vendita a Cairo — siglerà  l’acquisto di quel 49% di Mtv che l’americana Viacom le ha offerto per una manciata di milioni. A giugno per La7 lavoravano 521 dei 733 dipendenti di Timedia, Mtv dava lavoro a 163 persone (di cui nessun giornalista) e la divisione dei multiplex a 49 addetti. Telecom studia il modo migliore per riallocare queste risorse o fornire loro uno scivolo all’uscita, a seconda di come evolverà  la trattativa per Mtv.
Il termine ultimo per definire i tasselli dell’accordo è il 7 marzo quando il cda del gruppo guidato da Franco Bernabè dovrà  approvare i risultati del 2012. Prima di allora, lunedì 4 è in agenda il cda di TiMedia con all’ordine del giorno i risultati 2012, l’approvazione di un piano industriale triennale da presentare agli analisti e la firma del contratto con Cairo. Pertanto nel week end saranno messi a punto gli ultimi tasselli di un’operazione complicata, che punta a liberare la Telecom dal fardello della tv che perde un centinaio di milioni all’anno.
Per far questo, la società  potrebbe essere costretta a cancellare quei 260 milioni di debiti che fanno capo a TiMedia, operazione che sarebbe propedeutica affinché la società  dotasse La7 di una novantina di milioni di liquidità . L’operazione servirebbe anche a indorare la pillola agli azionisti di minoranza di TiMedia, che a torto o a ragione, potrebbero contestare il risultato che emergerà  dalla trattativa con Cairo. Il gruppo editoriale offrirebbe infatti a Telecom un prezzo simbolico pari a un milione, ricevendo in cambio benefici per circa 200 milioni, tra contanti (90 milioni), meno debiti (40 milioni), meno persone (100 dipendenti che costano una decina di milioni l’anno), più pubblicità  (si parla di 30 milioni in più per il prossimo triennio) e un taglio all’affitto dei mutliplex (una decina di milioni in meno all’anno).
Cairo, dunque, rileverebbe una tv sempre in forte difficoltà , ma alleggerita di costi e debiti e con un buon contratto pubblicitario garantito per il prossimo
triennio. Solo che per TiMedia perdere 10 milioni di ricavi sui Mux, significa rinunciare a circa un quinto della redditività  di quest’attività  (46 milioni di mol nel 2012) e creare un pericoloso precedente presso altri clienti.
Senza contare che Discovery avrebbe già  bussato alla porta per ottenere uno sconto, mentre Qvc sarebbe in trattativa per valutare se migrare verso la piattaforma di Mediaset.


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