Censis: «I dieci italiani più ricchi? Valgono come 500 mila operai»

Censis: «I dieci italiani più ricchi? Valgono come 500 mila operai»

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ROMA — Decisamente, questo è un Paese per ricchi. In dieci si spartiscono 75 miliardi di euro, immobili esclusi. Quasi ciò su cui può contare in tutto mezzo milione di famiglie di operai. E se l’1% dei “top earner” guadagna oltre 102 mila euro netti l’anno, la media degli italiani raggiunge a malapena i 15 mila euro.
Eccola la foto Censis dell’Italia morsa dalla crisi. Mostra plasticamente che i morsi sono stati selettivi: hanno affondato i denti nelle carni di chi meno aveva. Risparmiando chi già aveva di più e che, anzi, ha accresciuto il proprio patrimonio. Per questo, secondo l’istituto di ricerca, il bonus da 80 euro in busta paga, deciso dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, può avere effetti molto diversi a seconda se sarà versato “una tantum” o reso permanente. Se stabile i 10 milioni di italiani che ne beneficeranno, destinerebbero ai consumi 3,1 miliardi, dei 6,7 totali previsti. Se episodico ne spenderebbero 2,7.
Secondo il direttore generale del Censis, Giuseppe Roma, «un effetto fiducia» la misura lo ha già innescato. «I famosi 80 euro — ha spiegato a Rainews24 — , se non ribaltano la situazione, favoriscono una ripresa di fiducia in un Paese in cui poveri si sentono non capiti e semmai più colpiti dalla pressione fiscale». Secondo il dg del Censis, «ci sono privilegi che solo di recente sono stati intaccati. Troppi giovani che non trovano lavoro e se lavorano guadagnano poco». Ma soprattutto: «I dirigenti pubblici sono una casta nella casta. Compaiono ormai nelle graduatorie delle persone più ricche. E a volte sono più attenti alla retribuzione che ai servizi dei cittadini».
Il rapporto certifica come le diseguaglianze sociali nel nostro Paese in questi anni siano aumentate in modo vertiginoso. Facendo sì che poco meno di 2 mila italiani ricchissimi dispongano ora di un patrimonio superiore a 169 miliardi di euro. Cioè lo 0,003% degli italiani possiede una ricchezza pari a quella del 4,5%. Al vertice della piramide i dieci «Paperoni», alla base famiglie per le quali avere un figlio raddoppia il rischio povertà.
Ma come è potuto accadere? Secondo il Censis rispetto a dodici anni fa, i redditi familiari annui degli operai sono diminuiti, in termini reali, del 17,9%, quelli degli impiegati del 12%, quelli degli imprenditori del 3,7%. Oggi il patrimonio di un dirigente è pari a 5-6 volte quello di un operaio. Mentre 20 anni fa era pari a circa 3 volte. Il patrimonio di un libero professionista è pari a 4,5 volte quello di un operaio (4 volte vent’anni fa). Quello di un imprenditore è pari a oltre 3 volte quello di un operaio (2,9 volte vent’anni fa). Mentre è rimasta sostanzialmente stabile la quota di reddito dei «top earner»: circa 414 mila contribuenti.
Gli effetti devastanti sui consumi non possono, dunque, stupire. Negli anni della crisi (tra il 2006 e il 2012), i consumi familiari annui degli operai si sono ridotti, in termini reali, del 10,5%, quelli degli imprenditori del 5,9%, quelli degli impiegati del 4,5%, mentre quelli dei dirigenti hanno registrato solo un -2,4%. La scala sociale sembra mostrare ormai quasi una direzione obbligata: giù. Pochi riescono ad evitarla. Soprattutto se tentano di avere una famiglia. Per le coppie il rischio povertà è dell’11,6%. Avere il primo figlio lo fa salire al 13,1%. Avere il secondo bebè lo fa schizzare al 20%. Decidere di averne un terzo triplica il rischio al 32,3%. Senza considerare che avere figli raddoppia il rischio di finire indebitati per mutuo, affitti, bollette: dal 6,2 al 15,7%. Se poi il genitore è single il rischio povertà cresce di un terzo. Un rischio che per chi vive al Sud triplo rispetto al Nord: il 33%, contro il 10,7%.
Ma se il bonus arriverà, come verrà speso? Secondo la stima Censis, 2,2 milioni di beneficiari impiegheranno tutti gli 80 euro mensili in consumi: per una spesa pari a 1,5 miliardi di euro negli otto mesi. Altri 2,7 milioni li spenderanno solo in parte per consumi, per un valore di 1,2 miliardi di euro. 5 milioni di beneficiari lo useranno per pagare bollette, debiti o altro. Qualora la misura risulti permanente, però, l’incremento della spesa per consumi nei prossimi otto mesi sarà superiore a 3,1 miliardi di euro: circa il 15% in più. In questo caso le persone che destinerebbero gli 80 euro ai consumi sarebbero circa un milione in più .
Virginia Piccolillo


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