Burkina Faso. Blaise Compaoré ora si scusa con la famiglia Sankara

Burkina Faso. Blaise Compaoré ora si scusa con la famiglia Sankara

Loading

35 ANNI DOPO. Presidente-dittatore per 27 anni, considerato il mandante dell’uccisione del “Guevara africano” durante il golpe del 1987. Polemiche per il mancato arresto al suo breve rientro dall’esilio

 

«Chiedo scusa al popolo del Burkina Faso per tutti gli atti che potrei aver commesso durante la mia presidenza e più in particolare alla famiglia del mio fratello e amico Thomas Sankara». Il messaggio dell’ex presidente del Burkina Faso, Blaise Compaoré, letto dal portavoce del governo burkinabé Lionel Bilgo, sta dividendo in questi giorni l’opinione pubblica nazionale.

BLAISE COMPAORÉ, 71 ANNI, salì al potere nel 1987 in seguito a un colpo di stato che costò la vita all’allora presidente Thomas Sankara, conosciuto come «il Che Guevara africano» e ad altre 12 persone. Le decisioni prese da Sankara nei quattro anni della sua presidenza furono per l’epoca rivoluzionarie: dalle riforme sociali e ambientaliste per eliminare la fame e la povertà, alla costruzione di scuole e ospedali per tutti, fino a quelle legate alla parità di genere, alla lotta contro le mutilazioni genitali femminili e alla centralità della donna nella società.

Compaoré era fuggito, dopo 27 anni di presidenza/dittatura, nell’ottobre 2014 in Costa d’Avorio a seguito di una rivolta popolare e lo stesso governo ivoriano gli aveva concesso la cittadinanza per impedire una sua possibile estradizione. Il 6 aprile è stato condannato in contumacia all’ergastolo per il suo ruolo di «mandante politico del gruppo militare che uccise il presidente Sankara».

IL SUO BREVE RIENTRO nel paese a inizio luglio senza essere arrestato dalle autorità burkinabé è stato etichettato dalla stampa locale come «un attentato alla giustizia» e ha suscitato una raffica di critiche da parte di politici e società civile, secondo i quali «la riconciliazione non dovrebbe essere sinonimo di impunità». Compaoré è stato invitato dal tenente colonnello Paul-Henri Sandaogo Damiba, attuale presidente di transizione salito al potere con un colpo di stato lo scorso gennaio, con l’obiettivo di «favorire la riconciliazione nazionale» di fronte agli attacchi jihadisti che stanno duramente colpendo il paese.

Dopo aver incontrato il nuovo uomo forte del paese, Compaoré ha espresso «la sua profonda gratitudine» alle autorità di transizione e ha invitato tutte le forze politiche «a una sacra unione, alla tolleranza, alla moderazione, ma soprattutto al perdono perché prevalgano gli interessi superiori della Nazione».

* Fonte/autore: Stefano Mauro, il manifesto

 

ph by The Official CTBTO Photostream, CC BY 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/2.0>, via Wikimedia Commons



Related Articles

Unghe­ria, la «barriera» di 175 chilometri entra nella fase esecutiva

Loading

Un «muro» di quat­tro metri di altezza lungo la linea di con­fine ungaro-serba che si allunga per circa 175 chi­lo­me­tri e com­prende anche un tratto flu­viale

Francia e italia i due populismi

Loading

Il presidente del Consiglio ha definito quell’esodo uno «tsunami», cioè una catastrofe naturale, un fenomeno maturato nelle viscere del Mediterraneo e quindi senza volto. Insomma, una sciagura da scongiurare. Francia e Italia si comportano appunto come se quei profughi fossero un’onda di maremoto.

I depistaggi sulla morte di Regeni:“La polizia cercava Giulio dalla fine di dicembre”

Loading

Due settimane dopo gli agenti si presentarono a casa ma lui non c’era. Una volta minacciarono la perquisizione

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment