Il primo capitolo – «Perché l’Operazione Diluvio di Al Aqsa» – è una descrizione dello spossessamento, sistematico, ad ogni livello, del popolo palestinese compiuto da Israele, con la complicità della comunità internazionale che non ha fatto nulla per proteggere i diritti dei palestinesi. «Cosa ci si aspettava dal popolo palestinese dopo tutto ciò? Continuare ad aspettare e mantenere contando sull’Onu impotente! Oppure dovevamo prendere l’iniziativa nella difesa del popolo palestinese, delle sue terre, diritti e santità; sapendo che l’atto di difesa è un diritto sancito dal diritto internazionale, norme e convenzioni», scrive Hamas dalla fine di questo primo capitolo. Aggiunge che «L’operazione Diluvio di Al Aqsa è stata un passo necessario…un atto difensivo nel quadro dell’eliminazione dell’occupazione israeliana, del recupero del territorio e dei diritti dei palestinesi sulla via della liberazione e dell’indipendenza come tutti i popoli».

Tenendo conto della reazione di Israele, uno dei paesi più armati al mondo, il documento non spiega come l’attacco del 7 ottobre dovrebbe portare «alla liberazione» del popolo palestinese. Il blitz è descritto come un «atto difensivo» più che offensivo, una risposta a decenni di sopraffazioni e non una azione con chiare finalità strategiche. Gli interrogativi non mancano. Hamas dopo il 7 ottobre si attendeva una nuova Intifada, una sollevazione di massa, che non c’è stata sino ad oggi, nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme Est? Contava su una guerra totale, non avvenuta per ora, tra il movimento libanese Hezbollah e Israele e su una partecipazione militare attiva dell’Iran? Non si aspettava una guerra così lunga? Le risposte a queste domande non si conosceranno presto.

Nei capitoli successivi il movimento islamico dedica ampio spazio a smentire le accuse di atrocità e violenze nei confronti dei civili mosse da Israele a Diluvio di Al Aqsa. Rimarca di essere un movimento di resistenza schierato contro il «progetto sionista» e non contro gli ebrei e sollecita una inchiesta internazionale sull’offensiva israeliana e i suoi effetti distruttivi sulla popolazione palestinese.

* Fonte/autore: Michele Giorgio, il manifesto