Bagdad, sciiti invadono il parlamento

Bagdad, sciiti invadono il parlamento

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 IL RITORNO di Moqtada Sadr all’attenzione delle cronache internazionali è un evento clamoroso. In una Bagdad colpita poche ore prima dall’ennesimo attacco bomba dell’Is contro gli sciiti (almeno 20 morti), ieri migliaia di sostenitori del leader politico hanno forzato i posti di blocco e sono entrati nell’Assemblea, dopo giorni di sit-in e assedio alla “zona verde”.
Un’irruzione durata più di sei ore, decisa dopo che i deputati per l’ennesima volta non si erano riuniti per votare un nuovo governo di «non corrotti», come chiesto da settimane dal partito di Moqtada. Da mesi Sadr ha avviato una campagna politica aggressiva che per la prima volta nella storia dell’Iraq sembrava andare al di là degli steccati tradizionali dello scontro politico, quelli settari che dividono sunniti, sciiti e curdi. Il partito di Sadr ha lanciato una campagna contro la corruzione e l’incompetenza di buona parte dei ministri del governo dello sciita Haidar al Abadi, una «rivoluzione pacifica » che ieri sera il leader politico- religioso, dalla città santa di najaf, ha detto che «continuerà fino alla fine». Ovvero fino a questo rimpasto di governo che metta nei ministeri dei tecnocrati non legati per forza ai gruppi etnici tra i quali il potere è stato lottizzato dalla caduta del regime di Saddam Hussein.
In mattinata, i dimostranti avevano raggiunto il parlamento sventolando bandiere irachene e lanciando slogan contro i corrotti. I poliziotti, dopo aver lanciato lacrimogeni, hanno lasciato fare e la folla è entrata in parlamento, seguita dai miliziani armati del partito di moqtada che hanno controllato che i disordini non degenerassero. L’assedio ha suscitato le preoccupazioni dell’Onu e la denuncia dell’alto rappresentante Ue Federica Mogherini.
Dalla base di Najaf il leader sciita ha accusato i gruppi etnico- confessionali dei partiti tradizionali di ostacolare un processo di riforme del premier al Abadi, anch’egli sciita. Abadi alcuni giorni fa era riuscito a cambiare sei ministri, ma ieri non aveva potuto presentare nuove nomine ai vertici di altri ministeri a causa del rinvio della sessione dell’Assemblea. «I corrotti continuano a opporsi alle riforme», ha tuonato Sadr riferendosi ai parlamentari che non si sono presentati in aula per non votare i nuovi ministri.
In serata i sostenitori di Sadr hanno iniziato a lasciare il parlamento, spinti a farlo dai miliziani della brigata “Saraya al-Salam“, il gruppo armato del partito di Moqtada. E alla fine lo stresso premier Haidar al Abadi ha annunciato anche lui su Twitter che la «situazione a baghdad è tornata sotto controllo» dopo le sei ore di protesta, invitando i manifestanti a ritornare nell’aree «riservate alle proteste».


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