Londra, attacco islamofobico contro musulmani alla moschea

Londra, attacco islamofobico contro musulmani alla moschea

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LONDRA. Londra senza tregua. L’ennesimo atto terroristico, il secondo in questo Ramadan di sangue nella capitale, il quarto da marzo e dalla struttura ormai tristemente nota, ha per bersaglio la comunità musulmana.

NELLA ZONA DI FINSBURY PARK, a nord, non lontano da un’importante moschea dallo stesso nome e dalla sede dello stadio dell’Arsenal. Poco dopo la torrida mezzanotte di lunedì, davanti la Muslim Welfare House a Whadcoat Street, una piccola traversa di Seven Sisters Road, un gruppo di fedeli musulmani che si preparava a ricominciare le preghiere dopo aver interrotto il digiuno presta soccorsi a un anziano accasciatosi per un malore.

Improvvisamente sono travolti da un furgone bianco piombato dalla strada al marciapiede secondo un copione sanguinario e odioso. L’uomo alla guida, un europeo, viene sopraffatto e immobilizzato dai presenti, l’intervento dell’Imam della vicina moschea lo salva da un probabile linciaggio e l’uomo viene arrestato dalla polizia arrivata sul posto quasi immediatamente. Il tutto si svolgerà nell’arco di otto minuti.

IL BILANCIO è finora di un morto dieci feriti di cui due gravi, la vittima è l’anziano che stava ricevendo soccorsi, non è ancora chiaro se il decesso sia avvenuto per l’attacco. Theresa May, dopo esser uscita dalla rituale riunione del comitato antiterroristico Cobra, ha fatto una dichiarazione attenta a definirlo immediatamente un attacco terroristico ai danni della comunità musulmana.

«È UN ATTO RIPUGNANTE come gli attacchi di Manchester e London Bridge» ha detto la premier, che ha aggiunto: «È un attacco ai danni di musulmani vicino al loro luogo di culto e come tutto il terrorismo, in qualsiasi forma, ne condivide lo scopo ultimo: dividerci e spezzare i preziosi legami di solidarietà e cittadinanza che condividiamo in questo paese».

MAY HA LODATO la comunità multiculturale di Londra e promesso di fare di più per combattere l’estremismo anti-islamico, oltre all’annuncio di una revisione della sorveglianza nei pressi delle moschee nell’ultima settimana che precede la festività di Eid al-Fitr, conclusione del Ramadan. La dichiarazione della premier implica che ora integralismo islamico e islamofobia riceveranno – sulla carta almeno – la reazione da parte delle autorità come facce di una stessa medaglia d’odio. Un fondo di due milioni e mezzo di sterline sarà stanziato per la protezione dei luoghi di culto.

L’ASSALITORE, ARRESTATO per tentato omicidio, non era noto ai servizi di sicurezza e sarà presto sottoposto a perizia psichiatrica. Si chiama Darren Osborne, è gallese di Cardiff e ha 47 anni. Il fatto è capitato nella circoscrizione del deputato di North Islington Jeremy Corbyn, che si è a sua volta recato sul luogo della tentata strage. Corbyn si è detto scioccato per l’attacco «orrendo e crudele», ha espresso cordoglio per le vittime e partecipato a una funzione religiosa nella moschea con il leader del council di Islington. L’uomo Corbyn era commosso, tanto da versare una lacrima tutt’altro che metaforica mentre parlava con i membri della comunità sul luogo dell’attacco. La zona rappresenta la parte working class dell’altrimenti benestante Islington ed è composta da un mosaico di comunità – irlandese, caraibica, somala, turca, greca, cipriota, curda – che hanno sempre convissuto in relativa armonia.

DOPO AVER CONDANNATO l’attacco, il sindaco Sadiq Khan ha promesso extra polizia attorno alle moschee. I fedeli di Finbury Park avevano già ricevuto segnali d’allerta circa il rischio di attacchi motivati da crimini d’odio tre giorni prima, come riporta l’Independent. Nel periodo di Ramadan l’identificabilità dei praticanti aumenta per via degli abiti indossati, e quindi anche la vulnerabilità rispetto a rappresaglie d’odio antislamico. Quest’ennesimo atto di violenza indiscriminata verso innocenti si ricollega all’omicidio della deputata laburista Jo Cox da parte di uno squilibrato suprematista bianco un anno fa. L’associazione Tell Mama, che monitora gli episodi islamofobici, ne ha rilevato un aumento del 530% dopo l’attacco suicida di Manchester e del 240% dopo quello di London Bridge.

La pasta madre dell’odio continua a lievitare, tanto da aver alterato la normale percezione della sicurezza nella quotidianità di Londra: questo continuo pullulare di orrori inizia fatalmente ad assumere la familiarità della routine, condizionando l’esperienza della città.

FONTE: Leonardo Clausi, IL MANIFESTO



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