Crisi Ucraina. La Finlandia accelera e chiede l’adesione alla Nato

Crisi Ucraina. La Finlandia accelera e chiede l’adesione alla Nato

Loading

ANALOGA RICHIESTA POTREBBE ARRIVARE DALLA SVEZIA. Lunedì il voto del parlamento. Favorevoli praticamente tutti i deputati

 

Sono da poco passate le dieci di ieri quando le agenzie di tutto il mondo battono la notizia che la prima ministra socialdemocratica finlandese Sanna Marin e il presidente della Repubblica, il conservatore Sauli Niinistö, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta nella quale chiedono con urgenza al parlamento di votare per la richiesta di adesione all’Alleanza atlantica. Nella nota stampa le massime cariche istituzionali finlandesi affermano che la comunicazione arriva «ora che si avvicina il momento del processo decisionale» per questo, affermano Marin e Niinistö, «esprimiamo anche le nostre posizioni comuni: l’adesione alla Nato rafforzerebbe la sicurezza della Finlandia. In quanto membro della Nato, la Finlandia rafforzerebbe l’intera alleanza di difesa. La Finlandia deve presentare domanda di adesione alla Nato con urgenza» continuano il presidente e la premier finlandese. «Ci auguriamo – è la conclusione – che i passi ancora necessari per raggiungere questa soluzione vengano presi rapidamente nei prossimi giorni».

Questa presa di posizione era nell’aria da giorni dopo che, martedì scorso, le commissioni esteri e difesa dell’Eduskunta (il parlamento monocamerale finlandese) avevano finito la discussione sulle due relazioni sulla sicurezza di natura opposta: una presentata dal governo (pro Nato) e un’altra presentata dai deputati di Vasemmistoliitto (l’Alleanza di sinistra) partito che, in consiglio dei ministri, aveva però votato a favore della risoluzione che chiede l’adesione all’Alleanza atlantica. La dichiarazione della premier e del presidente della Repubblica hanno provocato un coro favorevole, praticamente unanime, da tutte le forze politiche presenti in parlamento nonostante per esempio l’Sdp, il partito socialdemocratico di Sanna Marin, avesse in calendario una plenaria del gruppo dirigente nel fine settimana proprio per decidere la posizione ufficiale visto che, storicamente, si erano sempre orientati per la neutralità militare della Finlandia.

Domenica dovrebbe essere firmata, dai presidenti della Repubblica e del Consiglio, la richiesta di adesione e lunedì 16 maggio ratificata dal parlamento in contemporanea con quello svedese. I due paesi scandinavi, entrambi a guida socialdemocratica, hanno di fatto condotto un percorso parallelo per avviare l’iter di adesione alla Nato. Un percorso sul quale, evidentemente, le due premier scandinave hanno ottenuto ampie rassicurazioni rispetto all’accettazione della loro richiesta anche in considerazione della provenienza politica del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, per due volte primo ministro socialdemocratico della confinante Norvegia.

Il percorso non sarà immediato e richiederà oltre al parere favorevole di tutti e 30 i paesi membri anche la definizione della logistica militare, compresa la possibilità di ospitare nella penisola testate nucleari. La presenza sul territorio finlandese di armi di questo tipo è stato uno dei temi più utilizzati da quella parte di opinione pubblica schierata per il mantenimento dello status neutrale del paese scandinavo che ha il confine più esteso con la Russia. Questo non ha impedito un vero e proprio effetto valanga nell’opinione pubblica a favore dell’abbandono della neutralità. Nei periodici sondaggi della televisione di stato Yle i favorevoli all’adesione della Finlandia alla Nato sono passati, dallo scoppio della guerra di aggressione russa all’Ucraina, dal 54% di fine febbraio a uno schiacciante 74% registrato in questi giorni.

Un’opinione pubblica sempre più schierata che, denunciano molte voci critiche neutraliste e pacifiste, ha reso il clima sempre più tossico e reso difficile mettere in discussione un percorso che, evidentemente, era già segnato da oltre due mesi. Nonostante tutto, domenica prossima, a Helsinki si terrà una manifestazione «No Nato Sì Pace» organizzata, tra gli altri, dall’«Associazione degli obiettori di coscienza», dai «difensori della pace» e da alcune sigle della sinistra extraparlamentare. Secondo gli organizzatori, sarà «una manifestazione pacifica in cui i razzisti, coloro che glorificano le dittature o difendono la guerra di aggressione della Russia in Ucraina non saranno i benvenuti».

* Fonte/autore: Roberto Pietrobon, il manifesto



Related Articles

Commercio mondiale delle armi: le guerre corrono, sale il fatturato

Loading

Il mercato della spesa militare ha raggiunto nel mondo la cifra di 592 miliardi di dollari. Nel bilancio italiano più 800 milioni. Un ciclo perverso: «bisogna» riempire di nuovo gli arsenali 

L’Italia-P2 e l’Argentina dei generali

Loading

Son passati 40 anni, molti dei protagonisti di allora sono morti o sono fuorigioco, un po’ di luce e un po’ di giustizia sui 30 mila desaparecidos – fra cui almeno un migliaio di italiani – è stata (tardivamente) fatta.

Gre­cia: gli Usa premono per un accordo

Loading

G7 di Dresda. Jack Lew: “accelerare il negoziato per evitare il Grexident”. Washington spinge gli europei a trovare una soluzione per Atene

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment