Vertice Ue. Il diritto alla difesa di Israele deve rispettare il diritto internazionale

Vertice Ue. Il diritto alla difesa di Israele deve rispettare il diritto internazionale

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Al centro del summit europeo straordinario la liberazione degli ostaggi e gli aiuti di emergenza alla popolazione di Gaza

 

Un vertice straordinario in video ieri sera dei capi di stato e di governo della Ue, per inviare un messaggio coerente che «rifletta la complessità della situazione» sulla guerra tra Israele e Hamas. La Ue deve far fronte al dramma degli ostaggi.

Con la morte di Eviatar Moshe Kipnis, cittadino italiano-israeliano di 65 anni irreperibile dal 7 ottobre, l’Italia conta la prima vittima dell’attacco di Hamas. Il video di Mia Shem, una ragazza franco-israeliana di 21 anni, ostaggio di Hamas, ha provocato reazioni. Ci sono ancora 11 francesi scomparsi, mentre il numero dei morti è salito a 21. Macron ha rivelato che «vanno avanti» delle «discussioni intense» per la liberazione degli ostaggi, grazie a «potenze amiche». La Turchia ha fatto sapere di essere in azione.

I 27 INSISTONO sul diritto di Israele a difendersi di fronte all’attacco terrorista, ma nel rispetto del diritto internazionale umanitario. Il Consiglio europeo ricorda l’impegno europeo a contribuire all’aiuto d’emergenza per la popolazione di Gaza, evitando che i finanziamenti vengano sviati per un’utilizzazione abusiva da gruppi terroristici. In questione anche un appello al cessate il fuoco e l’auspicio della liberazione degli ostaggi. In prospettiva, l’obiettivo di poter agire per riportare la pace, ma nel frattempo bisogna trovare il modo per far arrivare gli aiuti a Gaza e, dopo gli attentati a Arras e a Bruxelles, attivare una maggiore collaborazione tra i servizi dei 27, nel timore che la violenza terroristica si diffonda in Europa in queste ore.

ANCHE SE LA UE è marginalizzata e non sarà presente al vertice di Amman mercoledì, dove in re Abdallah accoglie Biden, l’egiziano al-Sissi e il palestinese Abbas.

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Ieri, alla vigilia dell’arrivo di Joe Biden, il cancelliere Olaf Scholz era in Israele, per esprimere «solidarietà», sottolineare il «diritto a difendersi» e confermare il fast track dell’export di armi per Tel Aviv. Macron, che ha di nuovo ricordato ieri il diritto di Israele a difendersi ma nel rispetto delle leggi umanitarie internazionali, andrà in Israele «prossimamente», forse nei prossimi giorni o settimane, ma solo quando sarà possibile ottenere «un accordo concreto» sia su una de-escalation o sulle questioni umanitarie. La premier Meloni ha parlato della necessità di «riprendere la questione dei due popoli due Stati», e riproposto il suo cavallo di battaglia: «Dall’immigrazione illegale di massa possono sorgere anche gravi rischi per la sicurezza in Europa, quindi non possiamo più permetterci titubanze».

Il Consiglio straordinario ha cercato di mettere ordine dopo le reazioni contraddittorie dei primi giorni. Un commissario europeo, l’ungherese Oliver Varhelyi, dopo l’attacco di Hamas aveva annunciato il gelo degli aiuti europei a Gaza. Un’iniziativa personale, ieri degli eurodeputati (Left, S&D, Renew) hanno chiesto le sue dimissioni. Bruxelles ha poi deciso di triplicare gli aiuti in corso, portandoli a 75 milioni, saranno complessivamente 700 milioni nel 2024.

MA SOTTO TIRO è la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che il 13 ottobre è andata in Israele con la presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola (entrambe del Ppe), senza coordinarsi con gli stati membri, dove ha portato l’appoggio Ue a Israele, ma non ha detto nulla sulla reazione di Tel Aviv, limitandosi ad osservare: «So che la risposta di Israele mostrerà che è una democrazia». Un intervento «avventato e anche negativo» per l’Irlanda, uno dei paesi Ue più pro-palestinesi, critiche anche dalla Francia e dalla Spagna, che ha la presidenza a rotazione del Consiglio Ue, che hanno obbligato von der Leyen a fare marcia indietro e ricordare l’importanza per gli europei del rispetto del diritto umanitario.

Diversa la posizione del capo della diplomazia europea, Josep Borrell, che dopo la condanna dell’attacco terroristico di Hamas, ha definito «irrealistico» e «illegale» l’ordine di evacuazione di Gaza emesso da Israele e lanciato appelli per il rispetto del diritto internazionale umanitario. Già sabato 11 ottobre, i ministri degli Esteri della Ue, dopo la condanna di Hamas, hanno chiesto la «protezione dei civili» a Gaza, «l’accesso al cibo, all’acqua, alle medicine, in linea con le leggi internazionali umanitarie».

* Fonte/autore: Anna Maria Merlo, il manifesto

 

 

 

ph by European Parliament from EU, CC BY 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/2.0>, via Wikimedia Commons



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