Siberia. 52 lavoratori morti, decine di feriti in una miniera

Siberia. 52 lavoratori morti, decine di feriti in una miniera

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Russia. L’incidente è avvenuto ad una profondità di 250 metri mentre nella miniera stavano lavorando 285 persone. Ancora da chiarire la dinamica dei fatti, anche se gli investigatori propendono per un’esplosione dovuta a polvere di carbone che avrebbe preso fuoco in un pozzo di ventilazione

 

Sono 52 le vittime dell’incidente avvenuto giovedì nella miniera di Listvjazhnaja in Siberia, nella regione russa di Kemerovo. Tra questi anche sei operatori di soccorso, dopo che una squadra è rimasta dispersa durante le ricerche di eventuali superstiti: in un primo momento, infatti, i soccorritori erano stati evacuati per il timore che la elevata concentrazione di gas potesse provocare un’esplosione. 60 i feriti, con una quarantina di persone attualmente ricoverate in ospedale, mentre dalla miniera sono state evacuate 239 persone durante le operazioni di soccorso. Numeri che fotografano uno dei più tragici incidenti nella storia della Federazione Russa, e di cui ha parlato anche il presidente Putin, esprimendo le sue condoglianze ai familiari dei minatori e delle altre persone che hanno perso la vita nell’incidente.

«Il presidente esprime profonde condoglianze alle famiglie dei minatori che sono stati confermati morti, e speriamo che saremo in grado di salvare quelli che sono laggiù nel sottosuolo», ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov. Parole che hanno preceduto di poco la tragica notizia della morte di tutti coloro che erano rimasti bloccati sottoterra, con la sola eccezione del soccorritore Alexander Zakovrjashin. «Lo possiamo considerare come un miracolo, anche se è stato compiuto dalla nostra gente», ha affermato il ministro per le Emergenze russo, Alexander Chuprijan.

L’incidente è avvenuto ad una profondità di 250 metri mentre nella miniera stavano lavorando 285 persone. Ancora da chiarire la dinamica dei fatti, anche se gli investigatori propendono per un’esplosione dovuta a polvere di carbone che avrebbe preso fuoco in un pozzo di ventilazione. Avvenimenti del genere non sono nuovi nella miniera, che dalla sua inaugurazione nel 1956 è stata teatro di altri due incidenti mortali: il primo nel 1981, quando un’esplosione causata sempre dalle polveri di carbone portò alla morte di cinque persone; e il secondo nel 2004, con 13 morti a seguito di un’esplosione causata da una miscela metano-aria.

Non è da escludere, intanto, l’ipotesi che le persone intrappolate siano morte a causa non solo dell’incendio, ma anche dell’elevata concentrazione di fumi e gas associata ad un impianto di ventilazione malfunzionante.
Non a caso, il Comitato investigativo russo ha annunciato di aver aperto un’indagine sull’incidente, arrestando i vertici della struttura.

La situazione della sicurezza sul lavoro in Russia è notoriamente problematica, soprattutto nel comparto minerario: le miniere di carbone nel paese sono considerate estremamente pericolose. Attrezzature obsolete e standard di sicurezza bassi (e frequenti violazioni) causano regolarmente incidenti dovuti per la maggior parte proprio al metano: gas altamente infiammabile che viene rilasciato durante i lavori, e che rischia di accumularsi in presenza di una non adeguata ventilazione. Le stesse autorità nazionali, nel 2016, avevano condotto una valutazione sulla sicurezza delle 58 miniere di carbone presenti nel paese, indicando rischi per il 34 per cento di esse (una lista in cui non era inclusa la miniera di Listvjazhnaja). Tra gli incidenti più gravi avvenuti negli ultimi anni va sicuramente citata l’esplosione avvenuta il 19 marzo 2007 nella miniera di Uljanovskaja, sempre nella regione di Kemerovo, a seguito della quale morirono oltre cento persone. Tra le catastrofi più recenti, invece, quella della miniera di Raspadskaja, vicino alla città di Mezhdurechensk, l’8 maggio 2010: a seguito di quella che probabilmente fu una fuga di metano, morirono 66 persone.

* Fonte: Emiliano Squillante, il manifesto

 

 

Foto di interpolsk da Pixabay



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