Clima e disastri. Il negazionismo e le sei cose da fare per salvarci

Clima e disastri. Il negazionismo e le sei cose da fare per salvarci

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L’alluvione dell’Emilia Romagna è stata di un’intensità così forte e violenta che imporrà a tutti i tecnici di riscrivere i piani idrogeologici alla luce di questi nuovi dati

 

L’alluvione dell’Emilia Romagna è stata di un’intensità così forte e violenta che imporrà a tutti i tecnici di riscrivere i piani idrogeologici alla luce di questi nuovi dati. Quello che gli scienziati dell’Ipcc, gruppo intergovernativo sul clima dell’Onu, hanno scritto nei loro ultimi rapporti scientifici si sta puntualmente verificando. Il cambiamento climatico causerà un aumento di eventi estremi metereologici e l’Europa ed in particolare l’Italia, a causa della sua fragilità territoriale legata al fatto che il 94% del territorio nazionale è a rischio idrogeologico, si trasformeranno in un hotspot climatico.

Dopo l’alluvione che ha travolto l’Emilia Romagna arrivano le dichiarazioni irresponsabili della destra, che accusa gli ambientalisti di non far pulire i fiumi o di non volere realizzare le casse di espansioni dove raccogliere l’acqua. E’ la strategia di chi, per distrarre l’opinione pubblica dalle responsabilità di chi fa la guerra alle politiche sul clima e non riesce a spendere i fondi del Pnrr e quelli del dissesto idrogeologico, dice cose false contro gli ambientalisti come hanno fatto i ministri Pichetto Fratin, Musumeci e Salvini, esponenti di quei partiti che hanno approvato ben due condoni edilizi sanando anche abitazioni in aree di rischio idrogeologico.

Da sempre gli ambientalisti e nostri consiglieri sono impegnati a chiedere di realizzare le aree di laminazione dove far defluire le acque dei fiumi in caso di forti piogge, e a pulire fiumi e mari da rifiuti e ingombranti di ogni genere,
In questi decenni chi ha governato ha irresponsabilmente modificato i corsi dei fiumi, intubato torrenti, cementificato a più non posso impermeabilizzando i territori, ridotto gli alvei e modificato i corsi dei fiumi. Alcuni giorni fa il presidente della regione Liguria Toti ha fatto approvare una norma che consente l’edificazione nelle aree inondabili.

L’Italia non ha un piano energia e clima, di adattamento climatico, di mitigazione dal rischio idrogeologico e la legge sul consumo di suolo è un miraggio. Di fronte a questo disastro climatico il governo Meloni vuole trasformare l’Italia in un hub del gas, fa la guerra all’auto elettrica incurante che in Italia lo smog genera 52 mila decessi ogni anno, e non ostacola le politiche di risparmio energetico delle case perché vuole continuare ad assicurare gli extraprofitti ad Eni, grazie alla speculazione sul gas, facendo pagare bollette costose agli italiani, mentre continuano ad essere dati 41 miliardi di euro di sussidi ambientalmente dannosi. Il ponte sullo stretto di Messina di Salvini è il simbolo di questa indifferenza rispetto alla vera priorità del paese che si chiama crisi climatica.

E’ urgente un cambio di passo. Le cose da fare subito: una legge per lo stop al consumo di suolo, una legge quadro sul clima, un nuovo piano energetico basato su rinnovabili e risparmio, aumentare le aree protette, un piano tecnico economico contro il dissesto idrogeologico, più investimenti nel trasporto pubblico. Nel frattempo è urgentissimo che siano stanziate le risorse per le popolazioni colpite dall’alluvione per ripagare i danni subiti. Al governo facciamo queste proposte: prorogare il super bonus edilizio di 12 mesi per le popolazioni alluvionate con l’integrazione del bonus mobili, destinare 2,7 miliardi di euro che sono nelle disponibilità del governo derivanti dalla tassa sugli extra profitti energetici, prevedere indennizzi pluriennali agli agricoltori che hanno subito l’inondazione delle terre coltivate ed una moratoria fiscale. Però basta ai negazionisti climatici come il capogruppo al Senato di Fdi Lucio Malan.
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* Deputato AVS e co-portavoce di Europa Verde-Verdi

Fonte/autore: Angelo Bonelli, il manifesto



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